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Castellammare - San Leonardo nel caos, rinviato l'incontro con i sindacati. «Ospedale ucciso dall'incapacità dei vertici aziendali»

Fsi-Usae e Nursing Up: «Ci troviamo di fronte ad un quotidiano scarico di responsabilità tra la direzione generale e quella di presidio, totalmente esautorata nelle sue funzioni nel momento in cui il direttore sanitario del presidio viene continuamente prevaricato da altri dirigenti di fiducia dell’azienda».

di Mauro De Riso

Un'endemica carenza di personale e un caos che ancora regna tra le corsie dell'ospedale San Leonardo, oppresso dalla mancanza di medici, infermieri e oss. E intanto il reparto di osservazione breve intensiva (Obi), inaugurato due mesi fa, è ancora ben lungi dall'essere attivato. Le organizzazioni sindacali Fsi-Usae e Nursing Up, inoltre, hanno dovuto ingoiare anche il boccone amaro del rinvio di un incontro con i vertici aziendali, sosptato all'ultimo minuto da ieri mattina alla data di venerdì 23 febbraio, in concomitanza con lo sciopero nazionale di categoria. «Dopo mesi di riunioni, attraverso le quali stiamo conducendo una battaglia per assicurare un’assistenza sanitaria dignitosa per i pazienti e condizioni di lavoro umane agli stessi operatori, - spiegano i sindacati Fsi-Usae e Nursing Up - dopo aver presentato varie proposte, sperando di trovare interlocutori affidabili nei vertici aziendali, prendiamo atto nostro malgrado dell’ennesimo rinvio (comunicato all’ultimo minuto) al giorno 23 febbraio da parte della direzione aziendale in modo pretestuoso, poiché coincidente con lo sciopero nazionale di categoria. Ci rivolgiamo ai cittadini ed ai lavoratori perché l’ospedale San Leonardo sta morendo, ucciso dalla totale indifferenza ed incapacità dei vertici aziendali». La denuncia dei sindacati riguarda, in particolare, le modalità con cui è stata trattata la questione degli infermieri in esubero. «Caos organizzativo, carenze di personale, mancanza di medici, infermieri ed oss, conflitti di competenze, sovrapposizioni di incarichi, rappresentano lo scenario inquietante e quotidiano con cui si batte l’utenza e, con essa, gli operatori sanitari, che con grande spirito di abnegazione assicurano ancora l’assistenza possibile. - proseguono Fsi-Usae e Nursing Up - Da tempo chiediamo invano soluzioni concrete.

Ed ora siamo costretti ad assistere ad un assurdo dietrofront dell’azienda, nel momento in cui alcuni infermieri in esubero presso i servizi territoriali (che erano stati assegnati su nostra richiesta ai pronti soccorsi per colmare le carenze esistenti) sono stati riassegnati nei posti di comodo per esigenze meramente clientelari, pretestuosamente motivate dalla direzione generale». I sindacati, infine, rivolgono un appello alle istituzioni. «Ci troviamo di fronte ad un quotidiano scarico di responsabilità tra la direzione generale e quella di presidio, - concludono - totalmente esautorata nelle sue funzioni nel momento in cui il direttore sanitario del presidio viene continuamente prevaricato da altri dirigenti “di fiducia dell’azienda”. Di fatto l’iniziale opera di risanamento da parte del direttore sanitario Savio Marziani, che aveva fatto inutilmente sperare, è stata completamente vanificata dai provvedimenti posti in essere dalla direzione strategica. Non assisteremo in modo complice a tale scempio, ma rivolgiamo un accorato appello ai lavoratori, all’utenza, alle associazioni, alle forze politiche e alle istituzioni regionali e nazionali che hanno a cuore il diritto alla salute del cittadino, affinché intervengano immediatamente per una battaglia morale e civile atta a garantire la funzionalità dell’ospedale San Leonardo, che è stato sempre un punto di riferimento per l’utenza del territorio. Invitiamo, infine, il governatore De Luca a prendere atto dell’ennesima beffa in cui è stato coinvolto nel momento in cui il tecnologico reparto Obi, inaugurato frettolosamente alla sua presenza, in realtà non è mai stato aperto».


martedì 20 febbraio 2018 - 11:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA | data stampa: 11/07/2025