Adottare una cagnetta è un gesto importante, impegnativo anche se istintivo e conseguenza di un innamoramento istantaneo. La scelta di adottare un cane, soprattutto se è nato e vissuto in un canile, è una scelta impegnativa non solo nei riguardi della bestiola ma anche nei riguardi della propria famiglia.
In occasione di una manifestazione organizzata dall’Amministrazione Comunale lo scorso 10 Dicembre per favorire le adozioni dei cani randagi, chiedo in adozione una cagnolina proveniente dal canile scelto dalla nostra Amministrazione per ospitare i randagi Stabiesi. La decisione di portare la cagnetta a casa ha posto una serie di problemi sia di adattamento che logistici. Questa cagnetta era nata e vissuta in un canile con pessime referenze. Si presentava in condizioni fisiche appena sufficienti per un cane della sua età, dalle analisi cliniche si evinceva una nutrizione inadeguata per valori clinici squilibrati, con un carattere chiuso, impaurita e diffidente verso le persone e i suoi simili reagendo a volte mordendo ed attaccando chi le si avvicinava per accarezzarla, attratta dal suo aspetto dolce e dimesso. Tra le prime “vittime” dei suoi morsi, mio figlio ed un amico che le si avvicinava per una carezza.
Non avendo ricevuto alcuna informazione sul suo stato di salute, sulla sua vita (se avesse avuto o se aveva una gravidanza in corso o malattie pregresse) ne alcuna documentazione che garantisse l’effettuazione di tutte le vaccinazioni prescritte, l’ho affidata alle cure del mio veterinario di fiducia che effettuava tutte le analisi del caso (feci e del sangue) ed una ecografia per escludere una possibile gravidanza.
Ma la parte più impegnativa rimaneva l’accettazione della cagnetta in famiglia. Dopo i morsi e gli atteggiamenti ostili, le pressioni per un allontanamento della cagnetta erano sempre più pressanti. Occorreva quindi, nel più breve tempo possibile e con un impegno costante “convincere” Minnie che l’attuale sistemazione era definitiva e non doveva più temere un ritorno alle gabbie del canile e contemporaneamente avvicinare i familiari con prudenza alla cagnetta.
Oggi, dopo due mesi Minnie è docile, affettuosa, obbedisce a comandi semplici, fa i suoi bisogni sulle traverse o quando usciamo. Passeggia accanto a me senza l’ausilio del guinzaglio (predilige il mio lato sinistro…), comincia a socializzare con altri cani e con quegli umani che ne rispettano la difficoltà a relazionarsi.
Le spese. Tra Veterinario, attrezzature, medicine e scatolette circa 300 euro che preciso sono una cifra che inizialmente deve sostenere chiunque voglia adottare un cane, cucciolo e non.
Tutto è bene ciò che finisce bene, ma vorrei fare qualche considerazione finale su questa vicenda.
Buona l’iniziativa dell’Amministrazione Comunale e dell’Ass. “La voce del branco” che ha portato a conoscenza dei cittadini dell’esistenza di cani randagi di proprietà del Comune ed ospitati nel canile “La Sfinge s.r.l.” e che mi ha permesso di adottare Minnie. Rimangono però alcune perplessità. In primo luogo la scelta del canile in questione oggetto in passato di denunce a carico dei proprietari e chiusure e della mancanza di informazioni sia sanitarie che caratteriali sui cani che potrebbero aiutare gli aspiranti proprietari all’adozione ed alla gestione di questi cani. Inoltre sarebbe auspicabile in futuro coordinare altre azioni sul territorio che riguardano i nostri randagi con le Associazioni storiche animaliste, ambientaliste ed impegnate nel sociale che sono da sempre presenti sul territorio.
Ringrazio inoltre tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno aiutato. Angela Selene Duilio che si è sempre offerta per un aiuto, Anna Santoro, la giornalaia della Stazione FS, storica animalista per passione e di fatto, per i suoi preziosi consigli; l’impagabile Rossella Cassaneti che è stata di fatto l’angelo custode della cagnetta per interessamento e che mi ha fatto scoprire l’efficacia dei “fiori di Bach” regalandomene alcuni flaconi nelle varie versioni “emergency” ed “aggressive” e che ha seguito da vicino tutta la vicenda, Rosarita Boccaccini per le sue raccomandazioni ed incoraggiamenti, il Dott. Augusto Verdoliva con il suo staff veterinario, i vari fornitori di accessori, i miei familiari che hanno creduto nella possibilità dell’adattamento della cagnetta, gli amici e soci dell’Ass. “Città Viva” e tutti coloro che mi hanno aiutato e che ora non ricordo.
Il mio augurio e la mia speranza sono riposti nella possibilità di avere al più presto un canile a Castellammare dove poter prendersi cura dei nostri randagi e che questa esperienza possa essere di aiuto a tutti coloro che vorranno provare la gioia di adottare un cane.
Enzo Guadagno - Presidente Associazione Città Viva