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Napoli Calcio

In esclusiva le parole del tecnico Carmine Gautieri, «Il Napoli può vincere lo Scudetto, ma deve intervenire in maniera importante sul mercato»

«Dispiace essere stato esonerato a Pisa con la squadra quarta in classifica, ma il calcio è anche questo»

di Giovanni Minieri

Una vita da professionista. Partendo dalla sua Napoli, e dopo aver girovagato per l’intero stivale raccogliendo gol e tanti attestati di stima, la possibilità di vestire la maglia della propria città agli albori dell’era De Laurentiis. Una parentesi breve ma intensa agli ordini di Gian Piero Ventura e Edy Reja in Serie C, 6 mesi in cui ha provato l’ebbrezza di segnare con quella maglia azzurra dal sapore quasi mistico. 40.000 cuori a gremire lo Stadio San Paolo in un pomeriggio di metà gennaio per la sfida contro la Fermana, nonostante una classifica che vede gli azzurri lontano dalla vetta occupata dal Rimini con la possibilità di poter tentare l’assalto alla Serie B esclusivamente attraverso i play-off. Corrent si incarica della battuta di una calcio piazzato dalla lunghissima distanza leggermente spostato sulla sinistra: la sponda di Calaiò si rivela un assist perfetto per l’inserimento di Gautieri, che con l’esterno del piede destro infila Chiodini. Un sogno che si realizza, la maglietta sfilata via e la corsa con i compagni sotto la Curva a festeggiare uno dei momenti più belli che un calciatore napoletano possa mai vivere.

La carriera di Carmine Gautieri è stata ricca di soddisfazioni. 3 campionati di Serie B vinti con le maglie di Bari, Piacenza e Atalanta, ma soprattutto una vita sportiva vissuta quasi esclusivamente calcando i campo più prestigiosi della massima serie. 60 gettoni in Serie A con la maglia del Bari guidato da Materazzi prima e Fascetti poi, quindi Perugia e due stagioni intense alla Roma richiesto espressamente da Zdenek Zeman andando a segno in 9 occasioni. Poi ancora protagonista a Piacenza nel 2001 con record di gol stagionale (7) alle dipendenze di Novellino e successivamente a macinare kilometri sul prato dell’Azzurri d’Italia di Bergamo. Dopo aver chiuso la carriera di calciatore a Sorrento in Lega Pro, inizia quella di tecnico con ottimi risultati vincendo il campionato di Lega Pro a Lanciano per poi conquistare l’anno successivo una brillante salvezza. Quindi una nuova impresa a Latina, subentrando a campionato in corso e centrando la permanenza tra i cadetti con una giornata di anticipo.

In occasione di una visita di lavoro presso la struttura di Viale dei Pini, l’ex calciatore del Napoli ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva alla nostra testata. Spaziando dal Napoli ai settori giovanili passando per i prossimi progetti professionali.

Segui sempre con particolare attenzione le sorti delle compagini costiere. Quali sono le tue impressioni sulla stagione attuale del Sant’Agnello?

“Ritorno sempre con grande piacere in Costiera, ma soprattutto nella struttura di Viale dei Pini dove mio figlio Marco ha iniziato a muovere i primi passi nella scuola calcio crescendo tantissimo a livello sia umano che professionale. Resto sempre colpito dalle metodologie di lavoro, d’altra parte qui c’è un presidente autorevole come Alberto Negri che si avvale di istruttori molto validi ed appassionati, per cui sarò sempre il primo tifoso di questa società. Auguro di cuore alla prima squadra di centrare l’obiettivo salvezza perché merita di mantenere la categoria”.



Sant’Agnello è una piazza che può vantare un settore giovanile storicamente florido, raggiungendo anno dopo anno traguardi sempre più prestigiosi.

“Qui a Sant’Agnello la parola d’ordine è sempre stata “programmazione". Ricordo che quando sono venuto qui per la prima volta il campo di gioco era ancora in terra. Poi la società, in accordo con le istituzioni, è stata in grado di dar vita a un centro sportivo bellissimo. Purtroppo la prima squadra sta facendo fatica in Eccellenza, ma il campionato è lunghissimo e con tantissimi punti ancora in palio tutto può cambiare in pochissimo tempo. Il Sant’Agnello deve restare nel massimo campionato dilettantistico regionale, perché rappresenta un’autentica mosca bianca nell’ambiente calcistico, e sodalizi come quello biancazzurro possono solo far bene al calcio italiano”.

Da uomo di calcio che ha calcato palcoscenici importanti, quali consigli senti di poter dare a ragazzi giovani che stanno vivendo con difficoltà il peso di una classifica deficitaria?

“In primo luogo non devono mai mollare, perché quando si cade bisogna sempre rialzarsi più forti di prima. Quindi seguire sempre i consigli del proprio allenatore, perché seguendoli giorno dopo il giorno ha il polso della situazione e sa perfettamente quali corde toccare in determinati momenti. Posso soltanto aggiungere che quando non riesci a raggiungere i risultati attraverso tecnica e tattica, devi metterci tanto cuore per superare gli ostacoli che incontri lungo la strada”.

Progetti futuri per quanto riguarda la tua carriera professionale?

“Sono stato a Pisa a inizio stagione, per cui devo comunque aspettare fino a giugno essendo sotto contratto con la società toscana. Dispiace essere stato esonerato con la squadra quarta in classifica, ma il calcio è anche questo. In questo lavoro non ci si ferma mai, e sfrutto il tempo a disposizione per andare in giro a vedere allenamenti di qualsiasi categoria. Oggi sono qui a Sant’Agnello perché c’è un allenatore bravissimo che fa giocar bene le proprie squadre”.

Da napoletano ed ex calciatore del Napoli, che impressione ti fa vedere i partenopei in vetta alla classifica di Serie A e può essere davvero questo l’anno buono per riportare lo Scudetto all’ombra del Vesuvio?

“Credo che il Napoli possa vincere lo Scudetto, a patto che intervenga in maniera importante nella finestra invernale di mercato. Inter e Juventus hanno una rosa molto più ampia e completa, e se i nerazzurri sono al momento in ritardo, il discorso è completamente diverso per la squadra guidata da Allegri. In questo momento la Juventus, a differenza del Napoli, ha due squadre di pari valore per cui può sopperire ad eventuali assenze attraverso l’inserimento di campioni che pur partendo dalla panchina non possono essere considerati semplicemente seconde linee”.    


venerdì 12 gennaio 2018 - 23:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA | data stampa: 25/04/2024