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Cronaca

Castellammare - San Catello, è il giorno della processione. Invasione di fedeli per le strade del centro antico. Il parroco: «È il santo degli ultimi»

Ad accompagnare la statua ci sono l’arcivescovo Mons. Alfano, le comunità ecclesiali e le autorità militari e civili, oltre alla fanfara dei civici pompieri di Napoli in alta uniforme borbonica. Toccante la tappa in Fincantieri, chiedono aiuto gli operai dell'Acetosella. L'arcivescovo ai giovani: «Siate artigiani del futuro».

di Mauro De Riso

Cattedrale di Castellammare di Stabia, ore 10. La statua di San Catello varca la soglia della chiesa tra gli applausi dei fedeli e, condotta in spalle dai portantini, si incammina per le strade del centro cittadino e del centro antico per la rituale processione che ogni anno viene ripetuta in occasione della ricorrenza del santo patrono.

Ad accompagnare la statua ci sono l’arcivescovo Mons. Alfano, le comunità ecclesiali e le autorità militari e civili, tra cui il sindaco di Castellammare di Stabia Antonio Pannullo, che indossa la fascia tricolore per la solenne occasione. C'è anche la fanfara dei civici pompieri di Napoli in alta uniforme borbonica al seguito della statua, insieme alla folla di fedeli che segue ogni tappa del percorso.

«San Catello è il santo degli ultimi, dei richiedenti asilo» ha spiegato il parroco nel discorso che ha preceduto la processione, invitando gli stabiesi all'unità e alla fratellanza piuttosto che alla richiesta di un miracolo. «È lui ad indicarci la strada maestra e ad aprire il cuore a chi ne ha bisogno - ha proseguito il parroco -. Fu accusato di essere scappato sul monte Faito per stare accanto ai perseguitati».

Il cenno storico alla sua vita fa riferimento a quando nel VI secolo d.C. i longobardi invasero la Campania distruggendo svariati complessi religiosi. Sant'Antonino, fuggito dall'abbazia di Montecassino, decise di rivolgersi a Catello e insieme decisero di recarsi sul monte Aureo, che oggi ha cambiato il suo nome in Faito, dove una notte l'arcangelo Michele apparve in sogno ad entrambi chiedendo loro di costruire un tempio in cima al monte dove ardeva un grande cero.

Fu così che Antonino e Catello diedero vita ad una piccola chiesa in legno dedicata a San Michele sull'attuale monte Sant'Angelo, punto in cui i due riconobbero i segni indicati dall'arcangelo Michele.

La tappa più sentita del percorso della statua è il transito nello stabilimento Fincantieri, luogo simbolo della città e cuore pulsante dell'economia stabiese durante lo scorso secolo. «No alla violenza, no alla camorra, no al rifiuto degli immigrati, no alla durezza di cuore». Queste le parole proferite nel cantiere dell'arcivescovo Mons. Alfano, che rivolge poi un messaggio ai giovani, chiedendo loro di essere “creativi” e “artigiani del futuro”.

All'uscita dal cantiere navale, i lavoratori dello stabilimento Acetosella chiedono sommessamente aiuto. La crisi che ha travolto l'azienda è irreversibile e, qualora non dovesse andare a buon fine la trattativa con i nuovi soci, il fallimento sarebbe inevitabile. I 15 operai rivolgono dunque un appello accorato al popolo e alle istituzioni proprio nel giorno in cui i cittadini avvertono più di ogni altro la propria orgogliosa identità stabiese.

Le celebrazioni proseguiranno domani, quando saranno celebrate le messe alle ore 9.30 e alle ore 18.30 e a conclusione della messa vespertina ci sarà il bacio alla reliquia, che chiuderà di fatto l'intero programma dedicato a San Catello.

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giovedì 19 gennaio 2017 - 12:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA | data stampa: 20/04/2024