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Cronaca

Pompei - Scavi, no alla privatizzazione

Ieri la protesta del Movmento di Insorgenza Civile.

Ieri 24 maggio 2010 alle ore 18 il Movimento di Insorgenza Giovani si è recato a Pompei per protestare contro la privatizzazione di uno dei beni artistici più conosciuti al mondo: gli scavi archeologici.
"Gli scavi di Pompei - spiega il referente di Insorgenza Giovani Gianpaolo Schirani - sono sempre stati un bene pubblico e noi lotteremo affinché restino tali. Il ministro dei Beni Culturali Bondi ha proposto di affidare il sito archeologico ad una fondazione formata da enti privati, tra cui anche molte banche, che di certo non agirebbero disinteressatamente. Inoltre sappiamo che oggi tutte le Banche si fanno portatrici degli interessi del Nord, mentre i nostri beni devono restare patrimonio di questo territorio e del suo popolo."
"Società, enti privati e politici vari, non hanno nulla a che vedere con la Storia delle nostre origini. - commenta Oscar De Simone archeologo insorgente - Essi con il loro marketing e con i loro business sarebbero per Pompei ancora più letali del Vesuvio, che con la furia di quell'eruzione del 79 D.

C. preservò comunque i corpi ed i ricordi, di una città che oggi è oggetto dei più accurati studi sulla storia e sull'arte classica."
Gli insorgenti hanno organizzato un volantinaggio davanti il sito archeologico all'insegna di grossi cartelloni colorati con la scritta VENDESI, con cui è stata tappezzata l'entrata degli scavi,  e slogan come : " Non si specula sulla cultura!", "L'arte non si privatizza: è di tutti", " Privatizzazione non significa buona gestione", " Non riseppellirete Pompei con il vostro denaro!", "Insorgiamo contro la privatizzazione!".
 




martedì 25 maggio 2010 - 9.15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA | data stampa: 24/04/2024