Redazione

Vivibilita´ e viabilita´ a Castellammare di Stabia

Alcuni spunti di discussione su cui riflettere e da cui partire per sviluppare le proprie idee.

di Antonio Mascolo


Per poter centrare questo argomento nel quadro adatto, mi sia permesso fare qualche osservazione di fondo, certamente lapalissiana ma, secondo me, necessaria. Vivere significa consumare, e di conseguenza spendere. Spendere lo posso fare solo se ne ho i relativi mezzi finanziari, con entrate possibilmente regolari e sufficienti. Se queste sono molto basse, esagero di proposito, mi debbo accontentare di pane e cipolla la mattina, il mezzoggiorno e la sera e vivere in un tugurio. Se ho un discreto posto di lavoro sicuro, con entrate regolari, posso adeguare le mie aspettative a questi introiti, pianificare acquisti sia giornalieri che a lungo termine, andare al cinema, al teatro, fare dei viaggi piu´ o meno lunghi e dispendiosi.
VIVERE premette, dunque, averne i mezzi finanziari per poterlo fare in un modo piu´ o meno decente. E questi introiti li ricavo da una attivita´ lavorativa (lascio da parte i pensionati, che non entrano in questa discussione, e per ovvii motivi). L'obbiettivo di ogni Comunita´ e´, dunque, creare le premesse per poter offrire ai suoi cittadini la possibilita´ di avere un lavoro, possibilmente ben retribuito, presso datori di lavoro "ufficiali", siano essi statali, parastatali, comunali o privati, se non voglio che una quota piu´ o meno vistosa dei concittadini sia costretta a scegliersi una soluzione economica presso una organizzazione piu´ o meno ve

latamente cammorristica. Se una Comunita´ detiene il record di essere il centro con il piu´ alto tasso di disoccupazione in tutta la regione di appartenenza, allora la soluzione di questo problema e´ la conditio sine qua non, il primo, indispensabile passo, per rendere questa citta´ vivibile. Senza posti di lavoro, possibilmente per tutti, continueremmo ad avere una vivibilita´ indegna di questo nome, dove la camorra si assume il ruolo di datore di lavoro, con tutte le relative conseguenze. E, spero, fino a questo punto siamo tutti d'accordo.
In base alla sua posizione geografica, il suo clima, le sue bellezze naturali e storiche, la varieta´ dei dintorni, la vicinanza con luoghi turisticamente molto attraenti, la maturita´ civile dei suoi abitanti, questo centro puo´ ricavare una quota piu´ o meno notevole dei suoi posti di lavoro dal terziario, con diversi indotti, dipendentemente dalla sua grandezza. Un piccolo centro puo´ darsi corpo e beni al turismo, uno medio-grande ha necessariamente bisogno di altre gambe robuste, siano esse industriali, commerciali o servizi pubblici.
Assicurata, in questo modo, la vivibilita´ di un centro, si puo´ poi, sazi e senza preoccupazioni per il domani, passare a risolvere tutti gli altri problemi che affliggono questa citta´, anche quello della viabilita´. Senza questo primo passo, si rischia solo di imbrattare le tele.


giovedì 1 maggio 2008 - 9.00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



Gli ultimi articoli di Redazione