È partito il countdown. La città di Napoli freme di entusiasmo, e nonostante il passo falso di domenica scorsa contro il Genoa, si è stretta intorno alla squadra in vista della prima di due finali con vista meravigliosa sulla storia. Una lunghezza di vantaggio sull’Inter resta tanta roba, con Di Lorenzo e compagni che possono ancora dipendere solo e soltanto da sé stessi, per scucire l’ambito tricolore dalla casacca nerazzurra, procurandosi ago e filo per sistemarlo dove brillava sgargiante appena due estati fa. Il caos orario e biglietti non ha frenato l’onda azzurra, che si è riversata numerosissima a Capodichino, per abbracciare metaforicamente i ragazzi in viaggio verso Parma. Sembrava di essere all’ombra del Vesuvio anche in prossimità dell’Hotel Parma & Congressi, dove la torcida made in Naples ha intonato canti e sventolato le proprie bandiere con orgoglio e appartenenza. Già raggiunto l’obiettivo Champions con largo anticipo, c’è ora da mettere la ciliegina sulla torta, gestendo stress e pressioni che a Napoli sanno innalzarsi all’ennesima potenza.
In un Tardini verosimilmente infernale, con il Parma di Chivu chiamato a far punti per esorcizzare lo spettro della retrocessione, gli azzurri si presentano con il vestito da festa, al netto delle indisponibilità. Davanti a Meret, confermato Olivera nel ruolo di centrale al fianco di Rrahmani, con Di Lore
nzo e Spinazzola sulle corsie basse esterne. Nel centrocampo asimmetrico del mister Antonio Conte c’è il doble pivote con Anguissa al fianco di Gilmour (al posto dell’infortunato Lobotka), Politano largo a destra, e McTominay (non al meglio, ma stringe i denti) sull’altra fascia con licenza di accentrarsi e colpire grazie al suo piede molto caldo. Non ci sono dubbi per ciò che concerne la linea offensiva: Jack Raspadori, sulla scia della prestazione importante contro il Genoa, avrà il compito di cucire il gioco e dialogare con Big Rom Lukaku, sulle cui larghe spalle gravita il peso delle soluzioni offensive partenopee.
Chivu deve fare di necessità virtù, con ben otto forfait tra infortunati e squalifiche, oltre a Bernabè ed Estevez recuperati in extremis ma soltanto per la panchina. Davanti al portiere Suzuki, linea a 3 con Leoni al centro, poi Delprato e Balogh con funzione di braccetti. Sohm e Keita nella zona nevralgica del campo, con Hainaut e Valeri pronti a sacrificarsi sulle corsie laterali. Quindi Ondrejka ballerà tra le linee, per poi cercare le palle giuste per la coppia pesante formata da Bonny e Pellegrino.
PARMA (3-4-1-2) Suzuki; Delprato, Leoni, Balogh; Hainaut, Sohm, Keita, Valeri; Ondrejka; Bonny, Pellegrino. All: C. Chivu
NAPOLI (4-4-2) Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Spinazzola; Politano, Anguissa, Gilmour, McTominay; Raspadori, Lukaku. All: A. Conte.