Si infittisce il mistero sul caso Marrazzo. E' stata trovata morta asfissiata nella sua casa invasa dal fumo, la trans brasiliana Brenda, 32 anni, coinvolta nella vicenda di sesso, droga e ricatti che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione. La Procura di Roma sta indagando sull'ipotesi di omicidio volontario. In questura sono state convocate 15 persone attualmente sottoposte a interrogatorio. tra loro una trans che si chiama Veronica, che sarebbe stata in compagnia di Brenda fino alle 4 di stanotte.
Il computer. I magistrati hanno disposto l'autopsia, gli esami tossicologici e ordinato il sequestro del computer della vittima, trovato immerso nell'acqua in un lavandino. Rispetto a questo particolare si avanzano due ipotesi, una opposta all'altra: il tentativo di renderlo inutilizzabile, da parte di chi non è al corrente che che, comunque, l'hard disk si può salvare; oppure per la ragione opposta, salvare il computer dal fuoco.
Il luogo. Tracce di liquido infiammabile sarebbero state trovate nell'appartamento, non lontano dal cadavere di Brenda. Secondo quanto si apprende, l'incendio avrebbe causato solo qualche danno alla casa. La porta d'ingresso, al momento dell'arrivo dei vigili del fuoco, era chiusa.
Brenda giaceva su un letto collocato in un soppalco di 8 metri quadrati, costruito nella stanza del piccolo appartamento che è di 10 metri quadrati. Secondo quanto accertato le fiamme e il fumo sono scaturite vicino ad un borsone nell'ingresso dell'appartamento. La combustione, lenta, ha provocato fumi che avrebbe soffocato Brenda, che aveva il corpo annerito dalla fuligine. In un primo momento si era inmvece pensato che fosse carbonizzato.
Le indagini. Quattro sono i magistrati che hanno effettuato il sopralluogo nella casa di via Due Ponti: il Pm Pierluigi Cipolla, del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani (che ha la delega per gli omicidi) e altri due Pm che indagano sul caso Marrazzo, l' aggiunto Giancarlo Capaldo e il Pm Rodolfo Sabelli.
Brenda era seminuda riversa sul pavimento del soppalco del suo appartamento seminterrato, luogo dove - a quanto pare - non riceveva i suoi clienti. Il corpo, secondo la polizia scientifica, si è mostrato senza segni di violenza. Accanto al cadavere è stata trovata una bottiglia di whisky. Ma un particolare pare più significativo di altri: c'erano delle valigie pronte, forse perché Brenda si preparava a lasciare Roma per tornare in Brasile.
Parlano le amiche. "L'hanno ammazzata, non so chi, ma l'hanno ammazzata. Era depressa, voleva tornare in Brasile". Barbara è una transessuale brasiliana amica della vittima. "Ieri con Brenda ci siamo incontrati in un parcheggio, abbiamo bevuto un bicchiere di Ballantine's, poi assieme ad altre amiche l'abbiamo lasciata in casa a vedere la televisione". La trans brasiliana ha affermato poi che "tutti i trans della zona sono a rischio di morte. Abbiamo molta paura dei romeni".
La versione di Nathalie. "Non ho paura, non ho fatto niente, non so nulla di questo fatto. Sto andando dal mio avvocato". Lo ha detto la trans Nathalie ai microfoni di un network radionfonico nazionale, uscendo dalla sua abitazione di via Gradoli. Nathalie ha anche aggiunto: "Non ero amica di Brenda".
La paura dei romeni. "C'è una banda di romeni, tre o quattro in tutto, che da settimane semina paura tra i trans che lavorano sulla Cassia". E' Alessia a parlare, un'altra trans, che conosceva Brenda. "Due mie care amiche", ha detto ancora, "sono state aggredite da questa banda che gira con un'auto azzurra. Una di loro è stata colpita dall'auto che correva a gran velocità, poi è stata picchiata da questi romeni. Forse lavorano per qualcuno".
Secondo Alessia erano romeni anche quelli che, due settimane fa, hanno aggredito Brenda derubandola del telefono cellulare e della borsa: "da quel momento Brenda non ha più voluto lavorare", spiega ancora Alessia, "e negli ultimi tempi era trascurata: non si curava più, le dovevamo portare da mangiare, le dicevamo di tornare
a lavorare, ma lei non voleva perchè aveva troppa paura. Io la conoscevo da nove anni, era una persona piena di vita, ma dopo il caso Marrazzo mi aveva detto più volte di non voler più vivere. Credo che in questa cosa che è successa il caso Marrazzo c'entri"
Brenda dopo Cafasso. La transessuale è la seconda vittima della vicenda Marrazzo. Il primo è stato Gianguarino Cafasso, protettore di transessuali, stroncato da un'overdose di cocaina nel settembre scorso. Era lui il pusher che, secondo i carabinieri coinvolti nel caso, girò il filmato svelando cosa avveniva nell'appartamento di via Gradoli.
Testimone dai pm. La transessuale brasiliana coinvolta nel caso per i rapporti che avrebbe intrattenuto con Marrazzo, era stata ascoltata in Procura a Roma, come testimone, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio, il 2 novembre scorso. L'audizione del viado, di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli, doveva chiarire tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo, e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali.
I rapporti con Marrazzo. Rispondendo alle domande dei pm il 2 novembre scorso, nell'ambito dell'inchiesta che lo vede vittima di un presunto tentativo di ricatto, Piero Marrazzo aveva dichiarato: "Ho avuto incontri di questo tipo con un'altra persona, un certo Blenda (non ha chiamato Brenda n.d.r.) nome che ho letto sui giornali in questi giorni e che mi sembra di ricordare. Nell'occasione di un incontro con Blenda ricordo che è passato anche un altro trans di cui non rammento il nome. Mi sembra che ho avuto solo due incontri con Blenda".
"Né Blenda o Natalie - aveva aggiunto l'ex governatore - mi hanno mai chiesto del denaro o ricattato in relazione a foto o video che mi ritraevano. Non sono a conoscenza di video o foto scattate da Blenda in occasione di questi incontri ma il mio stato confusionale negli stessi dovuto all'assunzione occasione della cocaina non mi mette in condizioni di saperlo. Non ricordo se ho dato a Natalie degli assegni per pagare le sue prestazioni, assegni poi restituitimi in cambi di contanti".
L'avevano picchiata e rapinata. L'8 novembre Brenda era rimasta coinvolta in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. I carabinieri la trovarono in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all'assunzione di alcool e con alcune escoriazioni. In quell'occasione, Brenda ebbe atteggiamenti autolesionistici, sbattendo la testa su un'autovettura in sosta.
Poi dette in escandescenze anche all'ospedale, minacciando il personale sanitario con un paio di forbici da medicazione e procurandosi lesioni alle braccia. Dalle testimonianze dagli inquirenti si accertò che Brenda era stato avvicinata da alcuni ragazzi, probabilmente dell'est Europa, i quali gli avrebbero portato via la borsa, restituendogliela subito dopo, senza il cellulare.
Il legale di Marrazzo: "Inquietante". La morte della transessuale è un fatto "inquietante", ha commentato Luca Petrucci, legale di Marrazzo. "Bisogna indagare per vedere se c'è qualcosa di più grosso di quel che sia già emerso". "Non posso pensare - ha spiegato i legale - che la settimana scorsa questa persona è stata aggredita e rapinata e da poche ore è morta. Vanno approfondite le cause, c'è da capire che cosa c'è dietro".
Vladimir Luxuria. "Brenda non si è suicidata, poteva essere vista come una persona troppo scomoda". Così si è espressa Luxuria, la prima parlamentare italiana transgender, commentando la morte di Brenda. Pochi giorni fa era stata picchiata, le hanno rubato il cellulare con tutti i numeri e i messaggi - sottolinea Luxuria - Mi viene il sospetto che, probabilmente, qualcuno sapeva che Brenda era a conoscenza di troppe cose. Probabilmente c'era qualche altro nome di politico importante che Brenda frequentava".