Vincenzo Ascione non è più il sindaco di Torre Annunziata. Il primo cittadino ha rassegnato le dimissioni stamattina, al termine di una lunga settimana, costellata dalla pesante inchiesta che lo vede coinvolto, unitamente ai dubbi e ai turbamenti che hanno accompagnato l’intera sua squadra di consiglieri e assessori. Le dimissioni del presidente del consiglio Giuseppe Raiola, annunciate dai suoi avvocati Giuseppe De Luca e Luciano Bonzani, hanno rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, al punto da convincere anche Ascione, fino a ieri inflessibile nel non mollare la presa, a dimettersi dall’incarico di sindaco del Comune oplontino. Ascione e Raiola risultano attualmente indagati per concorso in associazione mafiosa, a seguito del blitz effettuato dalle forze dell’ordine su indicazione della Dda negli uffici dell’ente e nell’abitazione del primo cittadino. Una vicenda che ha turbato oltremodo Ascione, che in ben due occasioni ha gonfiato il petto nel ribadire la sua estraneità ai fatti e la sua volontà di restare in sella.
«Nel prendere atto delle dimissioni di alcuni consiglieri comunali – afferma Ascione -, e in particolare del Presidente del Consiglio, dott. Giuseppe Raiola, che mi ha seguito in questa avventura resistendo alle tante avversità che si sono presentate lungo il cammino, seppur consapevole di aver dichiarato di voler proseguire il mio mandato alla guid
a della città, con grande rammarico rassegno le mie dimissioni dalla carica di Sindaco pro tempore del comune di Torre Annunziata».
Proprio nella giornata di ieri, nel corso di una conferenza stampa di 15 minuti, Ascione aveva espresso il suo disappunto in merito alle modalità con cui ha operato la Dda nei suoi confronti, difendendo tra l’altro sia il suo ex vicesindaco dem Luigi Ammendola, arrestato e poi scarcerato, sia Salvatore Onda, nipote del killer dei Gionta e parente di un consigliere comunale, ritenuto il deus ex machina per le nomine degli assessori e per le decisioni su affidamenti e appalti. “Onda può anche rappresentare un esempio di riscatto e resilienza” aveva affermato ieri il sindaco, che aveva poi definito Ammendola “persona dotata di lealtà e rigore morale”. Dopo 24 ore, tuttavia, è arrivata la decisione di mollare la presa. Troppa la tensione che ha contraddistinto l’intera classe politica oplontina, sconvolta dalla tangentopoli e dagli scandali con potenziali implicazioni camorristiche. Troppi gli abbandoni di consiglieri e assessori che hanno scelto di lasciare la nave che affonda. Uno scenario complesso, che potrebbe arricchirsi di nuovi capitoli, con la commissione d’accesso che si accinge a chiudere il suo lavoro e a far luce sulle possibili infiltrazioni della camorra nell’attività amministrativa del Comune di Torre Annunziata.