La richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli è durissima: otto anni di carcere per i carabinieri “infedeli” accusati di favoreggiamento aggravato dal contesto mafioso, in particolare per aver fatto accordi con Franco Casillo, capoclan di Boscoreale noto come ‘a vurzella. Si tratta di sette militari, un tempo in servizio presso il gruppo di Torre Annunziata, che hanno scelto il rito abbreviato e dunque sono già arrivate le richieste di condanna. Per altre sei persone alla sbarra è arrivato solo nei giorni scorsi il rinvio a giudizio ma sono coloro che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Tra gli indagati anche lo stesso Casillo, poi militari come l’ex comandante Pasquale Sario e Sandro Acunzo, già condannato nei giorni scorsi per un’altra vicenda, ovvero la detenzione illegale di un p
roiettile. Le accuse per tutti, rito abbreviato o no, sono essenzialmente le stesse. Stando alle accuse, vurzella “stipendiava” i militari. Il boss avrebbe fornito loro denaro e soffiate in cambio di arresti di camorristi e spacciatori rivali. I fatti risalgono al 2008 e sono stati ricostruiti dall’Antimafia di Napoli e dallo stesso gruppo dei carabinieri di Torre Annunziata. Ma c’è un fatto ancor più grave che starebbe emergendo nel corso di queste udienze. Ovvero il fatto che la cattura di alcuni latitanti sarebbe stata effettuata dai carabinieri grazie all’aiuto di Casillo in cambio di favori come arresti di concorrenti nel narcotraffico. La prima udienza del processo con il rito ordinario è prevista nel dicembre prossimo, mentre per chi ha scelto l’abbreviato le condanne potrebbero arrivare già nei prossimi giorni.