Verdi: ''vicenda surreale''.
Estraevano intere colline di pietra lavica e sabbia, nonostante la presenza nelle vicinanze delle forze dell'ordine impegnate nel controllo della discarica Cava Sari di Terzigno: padre e figlio sono stati arrestati con le accuse di concorso in furto aggravato e continuato, oltre che delle contravvenzioni relative al deturpamento di bellezze naturali ed all'esercizio abusivo di attività estrattive. Si tratta di Giovanni e Alfredo Vitiello, già titolari della società che gestiva la cava che porta il loro nome, arrestati dalla polizia in seguito ad ordinanze emesse dal Gip del Tribunale di Nola, e finiti ai domiciliari. Cava Vitiello, posizionata nel Parco Nazionale del Vesuvio, nel 2008 fu inserita dal Parlamento nelle dieci discariche attraverso le quali si sarebbe dovuta affrontare l'emergenza rifiuti in Campania. La cava, alla fine dello scorso mese di novembre, è stata poi stralciata dalla lista dopo le vibranti proteste della cittadinanza dei comuni vesuviani. Il Gip ha anche disposto il sequestro dell'area da anni utilizzata abusivamente per l'estrazione di materiale, nonostante fosse stata acquisita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
I provvedimenti sono stati emessi a seguito degli appostamenti degli uomini del corpo forestale dello Stato, avvenuti da marzo ad ottobre, che hanno portato a verificare l' attività che si svolgeva nella ex cava: i due estraevano pietra lavica e sabbia dalla cava, nonostante la presenza di forze dell'ordine sul territorio impegnate sul controllo della confinante cava Sari, adibita a discarica ed al centro di numerose proteste da parte dei residenti. L'attività di estrazione era portata avanti con pale meccaniche, autocarri ed autotre
ni, per una cubatura di materiale che andava dai 400 metri cubi ai 4 mila metri cubi al giorno, destinato a ditte già sospettate di contiguità con le organizzazioni criminali della zona, e rivenduto a 10 euro al metro cubo. Polizia e corpo forestale hanno sequestrato, oltre all'impianto, due escavatori cingolati, tre autocarri per il trasporto all'esterno, e due, privi di targa, utilizzati per il trasporto interno. Un'intera collina di materiale, era già stato estratto e pronto per essere portato altrove.(metropolis)
"L' arresto dei proprietari di Cava Vitiello a Terzigno - dichiarano il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il presidente provinciale Carlo Ceparano - per aver estratto intere colline di pietra lavica e sabbia, nonostante la presenza a pochi metri delle forze dell'ordine impegnate nel controllo della discarica Cava Sari, è surreale. Centinaia di poliziotti, carabinieri, soldati presenti da anni nella zona non si sono accorti che dalla Vitiello ogni giorno si estraeva ,con pale meccaniche, autocarri ed autotreni, una cubatura di materiale che andava dai 400 metri cubi ai 4 mila metri cubi al giorno, destinato a ditte già sospettate di contiguità con le organizzazioni criminali della zona". "Stranamente - continuano Borrelli e Ceparano - l' intera inchiesta ed il sequestro che quindi avrebbero impedito in ogni caso di aprire il nuovo sversatoio emergono poche settimane dopo la scelta del governo di cassare questo sito da quelli idonei a fare discariche in Campania.
Hanno sventrato un pezzo del Vesuvio davanti agli occhi indifferenti dello stato che presidiava una discarica a pochi metri, una vicenda che è difficile da capire".