Stabia: cultura antica e contemporanea

Stabia e Castellammare di Stabia: dalle origini fino all’anno mille

-

di Antonio Ziino


L'ignoto autore che ha scritto nel Cinquecento la più antica e "completa" storia di Stabia e di Castellammare di Stabia, che io ormai da alcuni decenni appello come "Anonimo Stabiano",  accenna anche alle origini di Stabia, o per meglio dire  Stabiae, e di  "Castello a' Mare di Stabbia" poi aggiunge che essa "è posta a frontespizio della città di Napoli 18 miglia, nel senso che si vede frapposto fra il verdeggiante Gauro (Faito) ed il Vesuvio, nondimeno il distretto di lei sta parte sui colli e parte alla riva del Mar Tirreno, alle radici di detto Monte Gauro, il quale con la sua altezza, la ricopre alquanto dal sole e con l'ombra che da quello cascano la rende umida..a cui non poco conferisce l'abbondanza delle acque che da per tutto scaturiscono, e certi luoghi paludosi che vi sono da presso cagionati dal fiume Sarno, perché i vari incendi del Vesuvio mutando l'antico letto che da presso a quello teneva, e usciva sul mare, si restrinse non molto discosto da detta città la quale credo che non prendesse  altrimenti il nome il nome dal Castello che sta sul lido del mare e sale verso il monte con molti gradi di fabbrica sopra un alto e lungo muro, ove sono due altri castelli nei quali al tempo dei Re Aragonesi ed altri si teneva il presidio dei soldati per la sua custodia...".
E' quasi superfluo aggiungere, ma lo faccio per "rinfrescare" la mente di qualche studente, che le origini di Stabia si perdono nella notte dei tempi, come dicono gli scrittori che non hanno sufficienti indizi  per l'individuazione di agglomerati umani; è perciò naturale che siano sorte le più strane leggende e che siano state accettate "per tradizione" notizie che con la storia non avevano nulla a che vedere. Come è accaduto, tanto per fare uno dei tanti esempi, del fantasioso racconto  di Padre Serafino de' Ruggieri, ("Istoria dell'immagine di S.M. di Pozzano", Napoli, 1742), secondo il quale Stabiae sarebbe stata fondata da Ercole Egizio, di ritorno dalla Spagna. L'autore, sicuro di quanto afferma, ricorda anche la Petra Herculis (Scoglio - isolotto  di Rovigliano), a poche centinaia di metri dalla foce del fiume Sarno, citando addirittura, per rendere più credibile la sua tesi, diversi antichi scrittori, come Dionigi di Alicarnasso, Ovidio, Petronio, Ulpiano, Servio ed altri. Queste opere, però, forse non attentamente consultate, non forniscono alcuna

notizia in merito. Tutto ciò, però, senza tener conto che sono centinaia le città che attribuiscono    la loro origine al mitico eroe. Invece, secondo accreditate ipotesi, le origini di Stabiae si possono agevolmente far risalire  almeno al primo millennio a.C. (ricordiamo il rinvenimento di una stela sepolcrale dell'VIII sec. A C. e il gruppo di tombe plurisecolari sul poggio di Fontana Grande, ecc,). Il nome di Stabiae (successivamente si denominerà Castellammare di Stabia), può fornire delle indicazioni preziose circa un processo, abbastanza frequente nell'età antica, di unificazione di più genti o villaggi per la formazione di una città. Il plurale, infatti, si trova in tutte quelle città, come Athenae, Corioli, Siyracusae, Veii, eccetera. Anzitutto diciamo che il nome di questa città, le cui origini rimangono ignote, godeva - e gode - di una posizione geografica veramente invidiabile: il mare a poche  decine di metri, i monti a poca distanza. Questo ci fa pensare che i primi abitanti giunsero via mare (siamo in epoca di spostamenti di intere popolazioni), attratti non solamente dalla mitezza del clima, dalla fertilità dei suoli (rimane ancora  la verdeggiante valle del Sarno), dalla corona dei monti ricchi di boschi come per naturale difesa, ma sicuramente dalla straordinaria ricchezza di acqua che in tempi preistorici e protostorici era ricercatissima (verranno molto più tardi i grandi acquedotti romani che distribuivano acqua un po' ovunque). Sempre in tempi antichissimi, la strada principale che attraversa l'odierna città si trovava a diversi metri di profondità  rispetto all'attuale piano stradale- Questo aspetto va studiato ancora e approfondito, perché sarebbe inutile cercare di individuare un periodo certo di insediamenti urbani per la mancanza di notizie, come pure non si sa quando e quanti gruppi di famiglie dirette qui, lasciarono le loro terre in cerca di altre zone che offrissero più agevoli  condizioni di vita. Queste genti, provenienti dall'Oriente, costeggiando le coste dell'Italia meridionale, si spinsero  fino alle nostre terre e oltre. Qui, però, proprio per la ricchezza di acqua dolce, si fermarono. Passati ancora altri secoli, nuovi popoli di stirpe ariana, scendendo dall'Italia centrale si stabilirono nella fertilissima valle del Sarno e sulle pendici dei monti che circondano la zona, fino alla Penisola Sorrentina.


venerdì 17 settembre 2010 - 8.57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



Gli ultimi articoli di Stabia: cultura antica e contemporanea