Tagliato l’arbusto di 130 anni sul costone antistante la storica dimora della villa “la terrazza”. Attaccato da parassiti.
Sparisce una delle più caratteristiche immagini da cartolina, vista ed immortalata dal mare da milioni di turisti che giungendo nella terra delle sirene lo salutavano come uno degli emblemi di Sorrento. Dopo 130 anni stimati di età scompare di fatto il maestoso pino della specie “Pinus Pinea” che agli inizi del novecento fu trapiantato sul costone tufaceo antistante la storica dimora della villa “La Terrazza”. A volerlo lì, dove era rimasto testimone di innumerevoli vicende umane per oltre un secolo, fu il barone Maximilian von Gunderrode della famiglia reale Gunderrode di Francoforte di Germania che sul costone che abbraccia l’incantevole panorama del golfo di Sorrento fece costruire come residenza estiva, su antiche mura romane, lo storico edificio chiamandolo originariamente “Villa Nardi” ed in seguito trasformato in Hotel Europa, Hotel d’Angleterre, fino a giungere alla odierna denominazione di villa “La Terrazza” ancora gestita in proprietà da Andrea Azzariti Fumaroli, discendente della quinta generazione della famiglia reale Gunderrode di Francoforte. Con i suoi 12 metri di altezza e gli oltre 3 metri e 30 centimetri di circonferenza lo storico pino secolare era uno degli ultimi esemplari presenti sul costone tufaceo di Sorrento e piantati
nel secolo scorso nel preciso obiettivo di consolidare i litorali. Un elemento indiscutibile del paesaggio sorrentino presente su foto e cartoline di tutto il mondo. Ad uccidere lo spettacolare patriarca arboreo sono state cause non meglio accertate, anche se il dito è puntato sugli afidi, piccoli parassiti volgarmente detti pidocchi delle piante, che in maniera veloce ed inesorabile hanno arrecato danni irreparabili al maestoso pino facendolo morire nel volgere di pochi anni. Lo spettacolare esemplare era stato trapiantato dal barone Maximilian von Gunderrode all’interno di quello che una volta era un uliveto, contemporaneamente a due palme del genere “Phoenix” e