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Sorrento - La città del Tasso si tinge d'azzurro: nasce il Club Napoli Città di Sorrento

Il presidente Gaetano Mastellone: «L'idea mi venne l'anno scorso a Dimaro. Oltre a tifare Napoli, vogliamo promuovere i valori sani e corretti dello sport»

di Giovanni Minieri


Sorrento si tinge sempre più d’azzurro. La città del Tasso ha finalmente un Club Napoli dove i tantissimi supporters di quella storica maglia nata il 1°agosto 1926, possono condividere le proprie emozioni e gioire per i trofei conquistati. L’ultimo, appena pochi mesi fa, con capitan Insigne che alzava sotto il cielo dell’Olimpico la Coppa Italia dopo aver battuto ai rigori la Juventus degli ex Higuain e Sarri. L’idea è nata dalla tenacia di 12 amici tra cui Gaetano Mastellone, presidente del club ma soprattutto fine intenditore di calcio con l’esperienza acquisita anche sul campo da vicepresidente del Sorrento Calcio. Commendatore al merito della Repubblica Italia, così racconta il parto di un club che può già contare su un cospicuo numero di iscritti.  

Come nasce l’idea del Club Napoli Città di Sorrento? Un’iniziativa lodevole, anche perché nel paese simbolo della Penisola ci sono tantissimi supporters azzurri, ma mancava un punto di aggregazione dove poter condividere la propria passione.

“L’idea mi venne lo scorso anno a Dimaro! Vidi tanti Club Napoli e pensai di volerne creare uno a Sorrento, ma poi il Covid ha fatto ritardare la nascita del Club. Ora ci siamo: lo abbiamo costituito il 5 agosto io e 11 amici Tifosi. Vogliamo, piano piano, fare le cose per bene! Ecco i costituenti con le cariche: Presidente: Gaetano Mastellone V.Presidenti: Gino Acampora, Raffaele Apreda, Mariano Russo. Consiglieri: Antonio Russo, Giovanni Cariello, Salvatore Esposito, Gianfranco Acampora, Marco Terminiello, Amedeo Rinaldi, Claudio D’Isa, Davide Infuso".

Perché la scelta di intitolare il club a due personalità di spessore come il comandante Achille Lauro ed il dott. Andrea Torino?

"Il comandante Achille Lauro e il dott. Andrea Torino sono stati due personaggi che hanno dato tanto per Napoli ed  il Napoli, e per Sorrento ed il Sorrento Calcio! Li abbiamo voluti ricordare perché è giusto richiamare il passato".

Quali sono i valori a cui si ispira il club?

"Ovviamente oltre a tifare Napoli, desideriamo portare avanti il rispetto per il mondo dello sport, e del calcio in particolare. Onorare gli avversari e le tifoserie di altre squadre, così come promuovere i valori sani e corretti dello sport".

Se dovesse spingere le persone a tesserarsi, quali argomenti esporrebbe?

"Non mi piace spingere le persone a fare qualcosa! Però direi loro che stare insieme, piuttosto che dietro una tastiera, oggi sta diventando un’esigenza perché parliamo poco guardandoci negli occhi. Bisogna socializzare di più!"

Quali saranno le prime iniziative che il club si prepara a promuovere?

"È ancora presto per dirlo perché siamo ap

pena nati! La prima cosa che abbiam fatto è stata creare un catalogo di prodotti con il nostro marchio. Poi entro settembre allestiremo la sede che sarà un corner all’interno del Tennis Club Montariello a Sorrento, mentre è in serbo una sorpresa per la presentazione ufficiale alla stampa e alla tifoseria".

La stagione appena conclusa è stata alquanto movimentata, tra l’ammutinamento, il cambio tecnico e lo stop forzato per la pandemia. La ripartenza ha visto comunque il Napoli alzare un trofeo che mancava da 5 anni. Il bilancio può essere perciò considerato positivo?

"Direi proprio di sì! Il cambio del tecnico, da Ancelotti a Gattuso, è stato fondamentale. In Italia ci sono tre trofei: campionato, coppa italia e supercoppa. Noi ne abbiamo vinto uno, per cui il mio voto è un bel 6 ½".

Il confronto con il Barcellona sul piano del fatturato era evidentemente impari, ma resta comunque l’amaro in bocca per aver regalato troppo agli spagnoli dopo il gol iniziale (peraltro palesemente irregolare). Cosa manca ancora per il salto di qualità? Personalità, concretezza sotto porta o altro?

"Questo è un argomento particolare perché “siamo tutti tecnici”. Dirò come la vedo io! Contro il Barcellona abbiamo avuto le nostre solite sbandate di gruppo, e il signorino Messi non perdona! L’arbitro ci ha messo del suo, ma purtroppo siamo ancora una squadra fatta di “bravi ragazzi”:  pecchiamo di aggressività, sotto porta siamo leggeri e abbiamo il “vizio” di fraseggiare anche in area, mentre lì si tira in porta! Non dimentichiamo che abbiamo colto 35 pali/traverse! Sfortuna o poca lucidità? In più il difetto più grande è la mancanza di….Cazzimma! Ecco, partendo da qui, dobbiamo lavorare sodo per migliorarci".

Va via un pilastro come Callejon, mentre arriva la scommessa Osimhen. Quanto peserà l’addio dello spagnolo, ed in quali reparti o ruoli servirebbe qualche ritocco per spostare l’asticella sempre più in alto?

"Callejon negli ultimi sette anni ha avuto un ruolo fondamentale nel gioco, mentre nella stagione appena conclucsa forse  ha mollato un po’ anche lui! Credo che con l’inserimento di un calciatore dalle caratteristiche di Osimhen, dovrà cambiare anche il modulo e l’equilibratore Callejon dovrà essere sostituito da un calciatore di fascia più veloce. A mio parere non ne sentiremo la mancanza proprio perché, mi ripeto, credo che sarà un Napoli dal gioco diverso. Abbiamo bisogno di un terzino che spinga e sappia difendere, un forte difensore centrale (tipo Albiol che rimpiango molto), un regista di qualità ed esperienza internazionale, ed un secondo bomber! Chiedo troppo? Chissà!"

 


mercoledì 12 agosto 2020 - 02:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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