Manca poco all’inaugurazione del nuovo murales di Maradona. Sabato 14 ottobre alle ore 17:30 i cittadini potranno ammirare l’opera completa di Taddeo Del Gaudio. Si tratta del primo murales realizzato per strada dall’artista stabiese: El Pibe de Oro nell’iconico gesto del bacio allo storico fisioterapista del Napoli, Salvatore Carmando. Taddeo, con la commissione dall’assessore allo sport Franco Scarico, ha iniziato a lavorare duramente circa una settimana fa e ora sta per terminare la sua opera sulla parete della scuola media E.Borrelli. L’artista stabiese è stato gentilmente a nostra disposizione per rispondere alle seguenti domande:
A breve l'inaugurazione del nuovo murale di Maradona. Ci puoi descrivere la tua opera? Che significato ha per la città di Santa Maria la Carità?
«Rappresenta il celebre gesto di Maradona che sta per baciare la fronte di Carmando. Gesto scaramantico, il cui coro ci ha accompagnato nel corso del campionato fino alla vittoria dello scudetto. Mi sono concentrato su Maradona come uomo. Lo sfondo di quest’opera è il cielo stellato con una luna. Un qualcosa che da un po’ di tempo mi affascina, perché è, in primis, un percorso interdisciplinare tra storia, filosofia e scienza. Armstrong, ad esmepio, è stato il primo ad essere riuscito ad avvicinarci a lei. In secondo luogo perché Dante la inserisce nel suo secondo canto del paradiso, indicandola come il faro cosmico che indica il cammino del viandante. La luna è una materia conosciuta, ma continua ad attrarre. Mi concentro anche su Schopenhauer nel concetto di desiderio come qualcosa di infinito, dato che l’uomo ha continua fame di scoprire l’infinito. La luna è diventata una sorta di “firma dipinta”: è un simbolo di riconoscimento delle mie opere. Non parlo dell’aspetto sportivo attraverso la mia opera, bensì dell’aspetto umano. È il gesto umano di Maradona nei confronti di Carmando, sempre fedele alle sue origini e ai suoi valori.»
Studente presso l’Accademia di Belle Arti e illustratore per la Scuola Comics di Napoli. Come è nata questa passione?
«Secondo me l’arte deve appartenere a tutti. Per questo dipingo per strada. C’è un pubblico vasto: chiunque passa è libero di lasciarsi attrarre dall’opera. Soprattutto alla città di Santa Maria la Carità. Attraverso la real
izzazione di quest’opera ho suscitato molta curiosità nella storia di entrambe le figure, soprattutto nei bambini. La curiosità maggiore è stato il movente. I bambini dopo aver spiegato loro il gesto del Pibe de Oro al fisioterapista tornavano da me il giorno dopo, spiegandomi quello che avevano appreso dalle loro ricerche. Mi faccio trasportare anche da quello che loro apprendono e quindi c’è stato anche un senso di collettività nella realizzazione dell’opera. Spero di aver fatto capire quanto Maradona, al di là della fama, fosse stato uomo umile tanto da avvicinarsi a una persona poco conosciuta oggi come Carmando. Non so quando è nata questa passione: da piccolo mi piaceva tanto disegnare. Ad esempio, salivo su un albero, trovavo una lucertola e la disegnavo. Mi piace raffigurare l’uomo e Maradona è una persona che mi ha affascinato molto, schierandosi sempre dalla parte dei più deboli in un epoca dove i poteri forti cominciavano a manovrare i deboli. L’uomo ha continuamente fame e non riuscirà mai ad essere soddisfatto e Maradona è rimasto uomo, negli sbagli e nelle azioni belle della vita.»
E non solo murales. Molti dei tuoi ritratti sono state particolarmente apprezzati dai vip, tra cui Gigio Donnarumma e Salvatore Esposito. Quali sono state le tue emozioni?
«Fa piacere che anche ai vip piacciono le mie opere. Ho sempre trattato tutti allo stesso livello. Una persona famosa non è diversa da uno sconosciuto e mi impegno alla stessa maniera per tutti. L’arte è per ogni persona, senza distinzione di genere. Lo stesso vale per le celebrità: l’arte è della gente. Come Donnarumma ha un ruolo sulla terra, così lo ha un operaio. La soddisfazione sta nel vedere gli occhi delle persone brillare quando ricevono le mie opere. Ho lavorato con Salvatore Esposito per un anno. È stata un’esperienza fantastica, è un grande uomo che mi ha accompagnato nel mio percorso artistico. C’è stima profonda nei suoi confronti. La chiave del successo è saper comunicare, una cosa che deve arrivare a tutti. Ma non basta: serve sacrificio, sofferenza e semplicità. Non c’è cosa più bella. Attraverso un linguaggio semplice riesci ad arrivare al cuore di chiunque. L’obiettivo è quello di arrivare a più gente possibile. In ogni lavoro c’è sofferenza e come diceva Totò la sofferenza va pagata.»