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Quanti abitanti ha Stabia?

Lettera alla redazione


All'epoca dell'unita´ nazionale, nel 1861, il comune di Castellammare di Stabia contava 21.973 anime. Il numero dei suoi abitanti crebbe continuamente, fino a raggiungere il suo massimo apice nel 1981, con dati, molto probabilmente, risalenti al periodo immediatamente precedente il terremoto, di 70.685 abitanti.
Poi inizio´ il lento ma costante declino, anche a causa degli sviluppi demografici, che interessano tutta l'Europa.
Secondo i dati ISTAT, Stabia ospitava, nel 2010, ormai solo 64.506 abitanti, con una eta´ media di 39,4 anni, suddivisi in 21.430 famiglie, con un reddito individuale annuo medio di 8.319 €.
Questa popolazione residente si suddivideva, sempre nel 2010, in 17,9% nella fascia d'eta´ tra O e 14 anni, 65,4% in quella tra i 15 ed i 64 anni, ed i restanti 16,7% dai sessantacinquenni in poi.
Nella cifra totale dei residenti ufficiali erano compresi 857 stranieri, per lo piu´ Ucraini e Bulgari.
Ora mettiamo da parte la statistica e cerchiamo di renderci conto, fino a che punto questi dati siano attendibili.
Come in tante altre comunita´ del mondo, a Stabia c'e´ una quota di persone ufficialmente non esistenti, che non vi sono mai arrivate, che non sono mai state registrate al loro arrivo o partenza e che, di conseguenza, non compaiono in nessuna statistica ufficiale.
Nessuna statistica indica, chi essi siano, quanti essi siano, da dove provengano, dove e come abitino, quanto paghino per il loro posto letto, e da quanto tempo, quali siano i loro bisogni, di cosa campino, se partoriscono, si ammalino o muoiano. Come gente ufficialmente non esistente, e´ molto difficile stabilire i loro consumi, se e chi li paghi per loro, le relative bollette e le tasse, compresa la TARSU, se e chi versi, per loro, i relativi contributi assicurativi e previdenziali.
Dato che questa posizione di totale irregolarita´ e´ molto appetibile per coloro che "gestiscono" questa gente, al di fuori di ogni controllo o legislazione, ufficializzare questi involontari fuorilegge, con mezzi amministrativi normali, con appelli, con le buone, e´ illusorio. E, piu´ a lungo si e´ permesso, tollerata la crescita di questo gruppo, consolidando una forma di popolazione sommersa, utilizzata e sfruttata, direttamente od indirettamente, un po´ da tutti, e piu´ difficile diventa far riemergere questo "sottomarino" segreto, di cui non sono note le dimensioni, le caratteristiche ed i pericoli, di ogni genere, da esso derivanti.
Quando, ogni tanto, qualcuno punta il dito su questa situazione di fatto, anche a Stabia, ne raccoglie od un silenzio assoluto od, al massimo, una scrollata di spalle. Questo fenom

eno sembra non interessare nessuno, perche´, a conti fatti, fa comodo a troppa gente.
Fa´ comodo a chi cerca manodopera a basso costo, in barba ad ogni legge o disposizione, e fa´ comodo ai proprietari delle catapecchie del centro antico, diventate, dopo il terremoto del novembre '80, ancora piu´ pericolanti ed inabitabili.
Invece di rimettere a sesto questi edifici, invece di sostituirli con costruzioni antisismiche, realizzate secondo criteri abitativi moderni, utilizzando i mezzi finanziari messi a disposizione dallo Stato, i proprietari hanno preferito trasferisi, lasciando la gestione dei loro fabbricati ai sempre piu´ consolidati gruppi imperanti nei vari quartieri.
Si e´ trattato, per loro, della soluzione piu´ lucrativa ma che, come ricaduta per la citta´, diventa sempre piu´ disastrosa, perche´ questo sempre piu´ malefico bubbone distrugge tutte le necessarie premesse, per poter ricostruire Stabia nelle pietre e nelle teste. E tutti i politici, che si sono susseguiti durante gli ultimi 33 anni, non hanno lasciata la stradina iniziale dell'inciucio, dell'affarismo, del tornaconto personale, forti dell'indifferenza generale dei cittadini, una stradina che, ormai, e´ diventata una autostrada ad otto corsie. Qualche sindaco ne scrisse nel suo "compitino" annuale, definito come linea programmatica di mandato, un altro rifiuto´ il cosiddetto "inchino" di San Catello sotto la casa di un boss di quartiere, ma sempre senza conseguenze pratiche.... v Chi si legge i vari programmi, che compaiono sempre piu´ frequenti, in vista delle prossime elezioni comunali, notera´, SE VUOLE, SE GLI FA COMODO, SE HA CONSERVATO ANCORA UN MINIMO DI SENSO DI ONESTA` E RESPONSABILITA` CIVICA, che nessuno dei sempre piu´ numerosi schieramenti che scendono in lizza, fa´ delle proposte pratiche, precise, conseguenziali, come estirpare questo bubbone, come riportare a secco, e completamente, questo sottomarino segreto, che impedisce ogni logico sviluppo e che e´ una remora estrema anche per chi vorrebbe investire un solo soldo pulito in questa citta´.
Come prevedo, anche in questo caso, invece di riflettere su questo dato di fatto, che tutti conoscono, si preferira´ ignorare l'esistenza di questa patata ultrabollente, puntando il dito sugli accusatori e non sugli accusati, adducendo vizi di forma, ma trascurando la sostanza. Ormai siamo diventati il paese dei paglietta.
Non sarebbe il caso di cambiare il motto cittadino? Qualche latinista potrebbe iniziare a riflettere, con quale motto quello attuale, "post fata resurgo", potrebbe essere sostituito ... La gara e´ aperta.

Antonio Mascolo


venerdì 5 aprile 2013 - 9.04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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