«Le ordinanze vanno rispettate»: questo il duro monito lanciato da Gennaro Malafronte, presidente del comitato “Per la Salute dei Cittadini”, attivo nella zona periferica di Mariconda che è afflitta da tanti problemi, su tutti quello dell’inquinamento ambientale. L’ordinanza comunale della quale parla Malafronte afferisce alla spinosa questione dell’installazione del ripetitore della Wind in un terreno privato di via Carrara. Allarmati per i potenziali rischi per la salute pubblica, da mesi i residenti della zona hanno ingaggiato una battaglia contro la multinazionale delle telecomunicazioni, supportati dall’avvocato pompeiano Nino Coccoli, che è riuscito a far rilevare alcune modifiche apportate al progetto iniziale, realizzate in corso d’opera e non autorizzate dagli enti proposti. In altre parole, sono stati commessi degli abusi. Di seguito, l’intero elenco. 1) Una recinzione in ferro zincato tipo Orsogrill, alta circa 2 metri, completa di porta d’accesso, ancorata al cordolo di perimetrazione dell’area di impianto tecnologico di radio telecomunicazioni; 2) un generatore (marca Eloos) per la produzione di energia elettrica, posizionato all’angolo nord-est della platea in cemento armato, assentita con il permesso a costruire n.8014 protocollo generale 27248 del 16.07.2010; 3) un serbatoio di carburante in ferro installato in prossimità del generatore posto su base d’appoggio metallica e coperto da pensilina realizzata con struttura portante in elementi in ferro e copertura in lamiera grecata; 4) un pozzetto di cemento prefabbricato, esterno alla recinzione e posto in sua prossimità all’angolo nord-est, allo stato incompleto e con impianti esposti. Nel verbale n. 14/2016/ED del 27.01.2016, redatto dagli agenti della polizia locale, è stato evidenziato anche il costipamento del terreno, con irregolare posa in opera di calcestruzzo di magrone lungo il tratto iniziale della strada di accesso all’impianto. Nel documento si legge ancora che «l’abuso come da verifica d’ufficio insiste sul foglio 17 particella 499 del Comune di Pompei e che le opere edili prive di
titolo autorizzativo ricadono in zona classificata urbanisticamente “E1 agricola normale”». E’ scritto inoltre che «la Città di Pompei è sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. N.42/2004». In considerati anche dell’articolo 31 del D.P.R. 380/01 e del D.Lgs. 301/02 nonché dell’articolo 107 del D.Lgs. 18.08.2000 n.267, è scattata l’ingiunzione per C.C. residente in via Molinelle e proprietario del terreno via Carrara, per G.F. procuratore della Wind Telecomunicazioni s.p.a e, infine, per G.J. direttore dei lavori. Nell’ordinanza n.28 del 07.03.2016 il Comune di Pompei sollecita l’abbattimento con conseguente ripristino dello stato dei luoghi. Nel documento si legge testualmente che «se l’abuso non sarà demolito nei termini indicati, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche alla realizzazione di opere analoghe, nonché analoghe a quelle abusive, sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune». Il ripristino dello stato dei luoghi è parzialmente avvenuto. Resta però da ottemperare alla rimozione del generatore di corrente e del serbatoio di gasolio, entrambi finiti nella ‘black list’ degli abusi commessi. In altre parole il ripristino dello stato dei luoghi non è stato completato. Sulla questione è intervenuto il presidente del comitato. «Ieri – commenta Gennaro Malafronte – sono scaduti i 90 giorni dall'ordinanza comunale del 7 marzo scorso che intima alla multinazionale Wind il ripristino dello stato dei luoghi. Il documento rappresenta un risultato importante che il “Comitato Per la Salute dei Cittadini” è riuscito ad ottenere grazie anche al validissimo supporto dell’avvocato Nino Coccoli. Il generatore di corrente elettrica e il serbatoio di gasolio, però, abusivo, però, non sono stati ancora rimossi. Ritengo che le ordinanze debbano essere rispettate come tali, soprattutto nella loro interezza. Pertanto, auspico che il comando dei vigili urbani faccia i dovuti accertamenti».