Ha rischiato di essere annullato il concerto di Massimo Ranieri a Pompei. La procura di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta, delegando la polizia di Pompei di procedere con le indagini in quanto sono stati venduti 1200 biglietti in più rispetto a quelli previsti regolarmente. Gli organizzatori si dicono estranei alla vicenda ma nel frattempo cresce il mistero in quanto i ticket ufficiali sono stati tutti acquisiti tramite internet e nella città mariana non è stata organizzata né alcuna prevendita, né vi è stata alcuna iniziativa da parte di eventuali bagarini. Gli investigatori del commissariato locale, diretti dal vicequestore aggiunto Consiglia Liardo, indagheranno per chiarire la vicenda. Gli inquirenti dovranno soprattutto stabilire se i biglietti venduti in esubero erano autentici marcati Siae, oppure acquistati da un mercato parallelo illegale. E' stata impresa tutt'altro che semplice nel frattempo per le forze dell'ordine gestire fronteggiare l'euforia dei mille e duecento fans in più rispetto ai tremila e seicento previsti. Annullare l'evento sarebbe stata una scelta tutt'altro che risolutrice, con gli appassionati che avrebbero probabilmente invaso l'inter
a area con il rischio di provocare qualche tragedia, così, dopo alcune consultazioni con la questura si è deciso di optare per il regolare svolgimento del concerto. Pronta la reazione della ditta di allestimenti "Di Paolo" che in pochissimo tempo, ha procurato mille e duecento sedie in più. Prontissima la risposta degli agenti di polizia che hanno collaborato nella sistemazione delle sedie. La sicurezza degli spettatori è stata garantita al massimo. Le vie di fuga e il percorso antipanico sono stati comunque assicurati. Nei prossimi giorni gli inquirenti ascolteranno gli organizzatori dello spettacolo per poter tracciare una prima ipotesi su come sono andate le cose. Il sito on-line utilizzato per la vendita dei biglietti sarà passato al setaccio. Un campione di biglietti sarà confrontato con quelli originali e diffusi dall'organizzazione per stabilire la loro autenticità. Si potrebbe prefigurare il reato di truffa alla Siae, il che equivarrebbe allo scovare un nuovo traffico illecito nel mercato italiano. Secondo gli inquirenti la contraffazione dei biglietti dei concerti dei big della musica potrebbe rappresentare una nuova fonte di arricchimento per la camorra.