Si sono svolti questo pomeriggio i funerali di Pasquale Manzo, giovane di Pompei morto a soli 14 anni mentre giocava in giardino ad Algeri, dove lavorava suo padre. Nella parrocchia del Sacro Cuore di Pompei, centinaia di persone fra parenti, amici e semplici cittadini hanno voluto dare l’ultimo saluto al giovanissimo di Pompei.
Una morte assurda quella di Pasquale che ha distrutto dal dolore un’intera famiglia che dopo mesi si era ritrovata in Algeria. Un equilibrio familiare rotto da una caduta (si ipotizza una capriola finita male) che ha spezzato la vita e i sogni del 14enne. La domanda che risuonava in chiesa durante i funerali era una: “Perché?”.
L’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, ha provato durante l’omelia ad allievare il dolore della famiglia: «Quello che è accaduto ci rimanda alla fragilità della nostra esistenza, alla precarietà dei nostri disegni. Ci mette in guardia. Pasquale era affettuoso, sensibile
ai valori alti, appresi nella sua bella famiglia cristiana. È stato alunno della scuola del santuario dal 2010 al 2015. Gli insegnanti lo ricordano come un bambino educato, dolce, gentile, disponibile con tutti e rispettoso nei confronti dei maestri. Eccelleva in tutte le materie, con una grande passione per la storia, la matematica e le scienze. Aveva anche un profondo senso religioso. Il successo negli studi era dovuto alla sua grande volontà e all’impegno personale. E ciò anche grazie all’assidua presenza dei genitori sempre pronti a seguirlo e a curarlo nei suoi bisogni. Oggi Pasquale ci insegna che la vita va apprezzata e vissuta sempre in coerenza di vita». «Gesù - nel Vangelo che abbiamo ascoltato - è stato preso da compassione davanti alla vedova di Naim, che conduceva alla sepoltura il suo unico figlio. Oggi, ne siamo certi, Gesù condivide lo strazio di mamma Lucia, di papà Giuseppe, di Eduardo, dei nonni, dei familiari, degli amici, di tutta Pompei» ha concluso l’Arcivescovo.