I novantacinque affreschi di tre metri per tre recuperati nelle ville d´ozio dell´antica Stabia, corpo della mostra "Otium Ludens", sono partiti da Castellammare di Stabia alla metà di novembre a bordo di una carovana di tir e in una settimana sono arrivati a San Pietroburgo nelle sale dell´Hermitage, chiusi in 34 casse-sarcofago costruite apposta. E, a soli venti giorni dall´inaugurazione sulle sponde della Neva, hanno già conquistato un primato. A "Otium Ludens" è andato infatti il quarto posto della classifica delle migliori mostre del mondo del 2008, pubblicata dal "Times" il 19 dicembre. Dopo 200 anni passati all´ombra di Pompei, Ercolano e Oplonti, si riaccendono gli interessi sulla città sepolta di Stabia, scomparsa sotto la cenere dell´eruzione del 79 d. C. Una esposizione - frutto della cooperazione tra la Regione Campania (Assessorato al Turismo e Beni Culturali), la Soprintendenza Archeologica di Pompei e la Fondazione RAS (Restoring Ancient Stabiae) - che raccoglie lo straordinario repertorio delle "ville d´ozio" stabiesi risalenti all´89 a. C., il più ricco e meglio conservato complesso di ville romane, sottratto alla coltre di lava e restituito al pubblico grazie a un faticoso restauro durato più di otto mesi. Una collezione di antichità vesuviane, esposta per la prima volta all´estero (ma in qualche caso si tratta anche di pezzi mai visti prima) nella "Bosporan Room" del museo della ex Leningrado, a cui il recente restauro ha restituito il colore rosso originario, un soffitto decorato da affreschi di ispirazione pompeiana, ricreando un ambiente in cui i reperti stabiesi si inseriscono perfettamente. Duecento pezzi tra affreschi, stucchi, bronzi e oggetti di marmo, terracotta, ferro, vetro e osso recuperati dai depositi della Soprintendenza, restaurati e portati a nuova vita a testimoniare i fasti delle ville marittime che nel I secolo d. C accoglievano la gente più ricca, abituata a concedersi il lusso e a coltivare l´ozio, lontano dalla complessa vita politica romana. La mostra, prevista fino a maggio per la curatela di Ange
la Vinci, è solo la prima tappa di un tour mondiale che proseguirà nei prossimi anni, destinati a favorire la conoscenza della cultura campana in Russia. Già dai primi mesi del 2008 sono in programma "archeoeventi", incontri sull´enologia, la gastronomia, la musica, il teatro, la moda e la "salus" al tempo dei romani. A cui si aggiungeranno un ciclo di conferenze dedicate ai Grandi Viaggiatori Russi in Campania: Scendrin a Stabia, Massine a Positano, Briullov a Ercolano e Rostovzev a Pompei. Il video "The last night of Stabiae", ricostruzione virtuale di Villa San Marco e dell´eruzione del 79 accompagna la mostra. "La lunga storia dell´esplorazione archeologica di Stabiae conosce la significativa tappa dell´Hermitage a San Pietroburgo - spiega Pietro Giovanni Guzzo, Soprintendente di Pompei. E´ questa l´occasione per riflettere sui risultati raggiunti, su quanto ancora sembri opportuno completare ed aggiungere per restituire alla cittadinanza di Castellammare di Stabia, e a un pubblico internazionale, il fascino e l´interesse dell´area archeologica di Varano". La zona stabiese ha una particolare storia archeologica. Carlo di Borbone diede avvio agli Scavi nel 1734. Tra il XVI e il XVIII secolo furono ritrovati i primi reperti (marmi, tratti di strade lastricate, iscrizioni) con il sistema dei "cunicoli comunicanti", un tipo di scavo usato dai Borboni, negli ultimi anni del 1700 furono ritrovati 19 edifici, in parte reinterrati dopo avere asportato le pitture murali, poi esposte a Palazzo Reale e al Museo Archeologico. Solo nel 1950, su iniziativa di Libero d´Orsi, professore con la passione per l´archeologia, ricominciarono gli scavi sulla collina di Varano e si riportarono alla luce le ville Arianna e San Marco. Poi, dal 1982, tutta l´area è passata sotto l´egida della Soprintendenza. L´area attualmente è composta da 60 ettari e contiene 6 ville e 50 case rustiche, di cui solo una piccola parte è stata scavata. Che, con un po´ di fortuna, giusti finanziamenti e un partner adatto può dare vita ad un Parco Archeologico di Stabia antica.