Ammettiamo, per un momento, che Eracles ritorni, dopo migliaia di anni di assenza, a Stabiae che, nel frattempo, ha perso la sua "e" finale, e non solo quella. L' aspetto generale di quello che lui ha conosciuto solo come un piccolo borgo ridente, lo deprime oltre tutti i limiti. Specialmente lo stato di un vastissimo arenile, ai suoi tempi inesistente, lo butta nella piu´ nera disperazione e vergogna. E, sebbene ormai un vecchietto arzillo, decide di iniziare una tredicesima fatica, in analogia a quella che egli compi´, quando ripuli´ le stalle di Augia. Ma qui´ e´ solo, non ha adatti fiumi a disposizione da deviare, oltretutto controproducenti in questo caso. Sulla riva scopre si´ un bel cartellone con l'annuncio della "prossima" ripulita, un cartellone posizionato li´ da chissa´ quanti mesi, ma la spiaggia e´ ancora piu´ coperta di rifiuti che le famigerate stalle. Se avesse ancora la sua clava, la darebbe in testa a tutti quanti. Il vecchio Ercole, che non e´ ancora "inzallanuto", riflette, come affrontare questa fatica. Solo soletto, si procura un bossolo per la questua ed un bel cartone, su cui scrive quello e quando vuole farlo. Se lo applica sul dorso e gironzola per la Villa comunale. La gente legge. Organi d'informazione pubblicano qualche rigo di cronaca. Qualcuno scrolla le spalle, "ca... del comune", altri gli fanno un sorrisetto di compassione: Il solito fesso illuso. Altri, pochi, gli buttano qualche monetina nel bossolo. Informati ed incuriositi dalla notizia, un povero scemo vuole fare quello che dovrebbe fare l'amministrazione, sindaco, assessori e consiglieri comunali fanno, a piedi!, i pochi metri dal Municipio fino alla villa, dove normalmente non vanno, per non infangarsi e/o rompersi le gambe. Alla vista di questo povero disgraziato, si risvegliano in loro, dopo un lunghissimo torpore, i pochi geni di civilta´ e senso della responsabilita´ r
imasti dal retaggio greco-romano. Qualcuno di loro arrossisce, ma quasi invisibilmente. Per dimostrare il loro impegno, tirano fuori i portafogli e mettono biglietti di taglio piu´ o meno consistente nel bossolo. L'assessore all'ambiente, sotto gli sguardi riprovevoli dei suoi colleghi, addirittura svuota il suo borsellino, sebbene tutti abbiano la pettola cacata. Ercole ringrazia e va in un negozio che vende attrezzi per giardinaggio. Li´ si procura diversi rastrelli, carriole, pale, e concorda la consegna sulla spiaggia il giorno ed all'orario di inizio della ripulita annunciata sul suo cartellone dorsale. Il giorno fatidico, sempre solo soletto, piglia un rastrello ed inizia a raccogliere le montagne di rifiuti giacenti dappertutto, ammucchiandoli su di posto centrale. Altro che un giorno, come in Augia, questa e´ una fatica per tutta la vita! Un passante, i cui geni di "civitas" non sembrano essere del tutto scomparsi, si impietosisce, scende sulla spiaggia ed incomincia a dargli una mano. Dato che ora non e´ un solo, ma due fessi, ci si aggiungono, un poco alla volta, altri. Dai pochi fessi diventa un movimento popolare. Gente, che finora sapeva solo imprecare e pipitiare, prende a "paccheri" simbolici quelli che si erano fatti eleggere per il disbrigo anche di questo compito. Dato che i rastrelli e le carriole a disposizione non bastano piu´, quelli che continuano ad aggregarsi portano altre attrezzature. Altri procurano palette di legno, con cui formano delle piste di transito sulla sabbia morbida. I cumuli crescono continuamente, nel numero ed in altezza. Alla fine del lavoro, Ercole divelta, aiutato dagli altri, il grande cartellone annunciante l'inizio dei lavori, e lo pianta sulla spiaggia, dopo averci scritto su` " Se questi rifiuti non saranno ritirati entro le prossime 24 ore, vi appicicheremo il fuoco, come fucaracchi dell'Immacolata ante tempo".