La Juve Stabia più bella del campionato. La vittoria del Romeo Menti contro la Turris ha riacceso i sogni e l'entusiasmo della piazza stabiese. Un derby, molto sentito e carico di tensione, dominato dal primo all'ultimo minuto di gara. Un risultato pirotecnico che genera nuovi obiettivi e ritrovate consapevolezze in casa gialloblé. Dopo una prima parte di stagione anonima e per niente esaltante, la musica è finalmente cambiata. La Juve Stabia, prima sciatta e disorientata, ha mutato pelle e carattere. Una metamorfosi studiata, un progresso che non è frutto del caso o del tempo. Le Vespe macinano punti e risultati importanti. Con il merito di sfatare anche tabù particolarmente scomodi. La squadra stupisce e la classifica torna a sorridere. Protagonisti da qui alla fine: è questo il diktat che ora aleggia attorno al club stabiese.
L'esigenza di rivoluzionare, per non cadere nella mediocrità, no
n ha spaventato la Juve Stabia. Scelte, anche impopolari, che sono state fatte esclusivamente nell'interesse del club. Decisioni azzeccate e strategie vincenti che hanno fatto ricredere anche i più scettici. Via il direttore sportivo Ghinassi e tanti calciatori a fine ciclo o non del tutto funzionali al progetto. Allievi in primis, ma anche i vari Romero, Golfo, Bubas, Bentivegna, Codromaz e altri ancora. Le Vespe hanno ritrovato serenità e stabilità: il gruppo è compatto e l'ambiente sano. Merito dell'entusiasmo dei più giovani, come Esposito e Borrelli, e dell'esperienza dei veterani, come Marotta e Troest. Lavoro lodevole e lungimirante da parte dell'accoppiata Pavone-Fabiani e dell'allenatore Pasquale Padalino. Anima, coraggio e un'identità ben definita: tutte qualità e caratteristiche di una Juve Stabia che non si pone limiti. Le Vespe hanno avuto il merito di rinascere e la forza di risollevarsi.