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Investire nelle imprese italiane ai tempi del coronavirus: perché è importante?


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È il momento di dare fiducia alle aziende italiane. Lo stop obbligato di due mesi dovuto al coronavirus ha messo in difficoltà l'economia nazionale e ha reso necessario non solo l'intervento dello Stato, ma anche quello dei privati. La nostra situazione, confermata dalla valutazione negativa dell'agenzia internazionale di rating Fitch, è problematica. Perché e come è possibile investire nell'Italia? 

Le operazioni di trading per sostenere l'Italia
Comprare italiano nel proprio paese è il modo più immediato per aiutare i piccoli commercianti che hanno bisogno di recuperare il tempo e gli introiti persi durante il confinamento. Per sostenere l'economia italiana a un altro livello, è possibile fare operazioni finanziarie anche di piccolo o medio calibro. Se per gli investitori stranieri uno dei metodi di aiutare l'Europa è acquistare euro, la soluzione per i trader italiani è utilizzare i contratti per differenza (CFD). Ma cos'è un CFD? Si tratta di un prodotto finanziario derivato che consente di fare trading su asset diversi (azioni, forex, materie prime e indici) senza entrarne necessariamente in possesso. Concretamente, un CFD permette d'investire nelle azioni di Eni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e altre società italiane quotate, ma anche nei BTP e BTS italiani o nell'indice Italy 40. Acquistare tramite i CFD rafforzerà le imprese italiane: solo investendo nelle attività del nostro territorio potremo garantirne il futuro finanziario e dare uno slancio positivo all'economia. La posta in gioco è alta in quanto rafforzare le azien

de è un modo per assicurare i posti di lavoro che con la pandemia e la crisi sanitaria mondiale si sono ritrovati in bilico, pronti a essere "sforbiciati" tanto in Italia quanto negli altri Paesi che sono stati maggiormente colpiti dal Covid-19. 

L'agenzia di rating Fitch declassa l'Italia
La notizia è recente: l'agenzia di rating Fitch ha declassato il debito italiano a BBB-, un gradino sopra al cosiddetto "livello spazzatura", dopo il quale il debito di un Paese non si ritiene più un investimento, ma carta straccia. Per il momento, la Banca centrale Europea ha autorizzato la Banca d'Italia ad acquistare il nostro debito attraverso le obbligazioni dello stato fino al settembre 2021. La situazione sembra stabile, nonostante l'ultimatum della Corte costituzionale federale tedesca che ha dato alla BCE tre mesi di tempo per giustificare il suo programma di acquisti dei titoli di stato relativo al passato Quantitative Easing 1 (iniziato nel 2015 e terminato nel 2018) e al Quantitative Easing 2 (iniziato nel 2019 e tuttora in corso). Il programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP), avviato nel mese di marzo, non sarebbe fortunatamente toccato dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca, come confermano il ministro delle Finanze italiano Roberto Gualtieri e il suo omologo tedesco Olaf Scholz. Se una nuova crisi sanitaria legata al Covid-19 dovesse paralizzare di nuovo la nostra economia, tuttavia, la fiducia nel debito italiano potrebbe diminuire ulteriormente e la relazione con la BCE potrebbe cambiare.
 
Con la riapertura parziale e l'inizio della Fase 2, la ripresa dell'Italia è iniziata: ora sta a noi continuare a combattere il virus e aiutare le nostre aziende a ripartire. 


mercoledì 20 maggio 2020 - 15:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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