Juve Stabia

In esclusiva pubblichiamo l’articolo celebrativo delle nozze di platino dello Stabia Sporting Club

Articolo apparso sulla Gazzetta dello Sport del 1947

di Umberto N.


Ad ulteriore prova della storicità del calcio praticato,in forma organizzata, a C/mare di Stabia, di seguito trascriviamo l’articolo apparso sulla gazzetta dello sport nel mese di marzo del 1947 a firma del grande storico stabiese, l’avv.Renato Canzanella che gentilmente ci ha donato questo “pezzo di storia dello Stabia” consentendoci di pubblicarlo e di renderlo accessibile a tutti. “Castellammare di Stabia,marzo 1947. Un calepino cinquecentesco, polverosa memoria della biblioteca civica, ci informò in altri tempi delle partite di calcio disputate in Firenze poco dopo l’aurea età delMagnifico Lorenzo. Forse sorridemmo : ci sembrò ridicolo paragonare le folle sportive del XX secolo ai messeri del secolo d’oro che all’ombra di S.Maria Novella e magari al suon di pifferi seguivano le fasi dell’incontro ( “senz’armi” assicurava il calepino ). Ma sono ricordi……… antidiluviani. E’ solo alla fine del XIX secolo che il calcio ritorna in Italia. Per lo più ricco ed importato da stranieri : è questo anche il caso dello sport stabiese. Mentre le prime luci dell’alba del secolo dell’atomo salivano al cielo, nel porto di C/mare di Stabia sbarcava un simpatico signore franco-spagnolo che sia : don Fernando Mignon col giovane figliuolo Marcello, già giocatore di football nella sua Barcellona. Coll’entusiasmo che solo lo sport infonde.Marcello,in un campanello d’amici,forse narrò : “Undici uomini a squadra, un rettangolo di terreno,una palla di cuoio………e tutto è fatto”. …..Undici uomini? E che di più facile? Un rettangolo di terreno? Ma qui esiste un importante ippodromo : quello del pioniere dell’ippica F.P.Ruocco, allenatore e guidatore dei più famosi cavalli italiani e stranieri, vittoriosi su tutti gli ippodromi di Europa. Ed al centro c’è del terreno, forse sconnesso, ma che può servire all’uopo.Ma, ben si osserverà, non doveva essere precisamente rettangolare.Benissimo, si rimedierà. In breve i calciatori furono una ventina.Si incontravano tutti i pomeriggi, mettevano su quattro sassi e giù a dar calci alla sfera. Dopo la partita ogni giocatore,comprese le riserve, versava la propria quota per versare il necessario indennizzo alla squadra ospite che doveva variare sulla favolosa somma di una diecina di lire. Quando,dopo un paio d’anni, il pubblico cominciò ad interessarsi,magari per curiosità, si sfruttò la situazione facendo girare( si era tra studenti, infine ) dei colleghi con le famose cassettine giallo-blu.Nelle giornate di riposo si andava a Napoli per ammirare gli “squadroni” dell’epoca. E fu proprio nel viaggio di ritorno da uno di questi incontri che Panzano o Mignon o qualche altro dovettero sussurrare ai compagni : “Ma non si potrebbe costituire anche noi una società sportiva?” “Benissimo, fuori il presidente” E venne quel presidente, il primo d’una lunga serie, nella figura, al tempo eccezionale, di Vincenzo Bonifacio, studente in Legge, oggi dirigente del “Piacenza”. Intorno lui la schiera dei pionieri : Pincati,Mignot,Panzano,Salese,Celoro,Romano,Amato, De Michele,Cascone,Sulzo,DeRosa,Ricci,Caffa,Sarcinelli,Amoroso,Esposito,Laterza,Calvano,Boerio, Ziino,tutti stabiesi.Ad essi si aggiunsero giovani d’altre città d’Italia che quivi compivano i loro doveri militari. Quanti di essi immolarono poi la loro fiorente giovinezza sull’altare della Patria! Principale banco di prova per gli stabiesi erano i famosi incontri internazionali colle fortissime squadre della Home-Flect ( che all’epoca risiedeva in primavera ed estate nella rada di Castellammare ) e della marina tedesca.Sul rettangolo della “Corsa” scese la “nazionale” della Marina inglese dopo solo cinque anni di fondazione del sodalizio alla presenza di un pubblico che le cronache dell’epoca definirono “strabocchevole” formato in gran parte da sostenitori del Napoli e dell’Internazionale ( di Napoli ).” Ed esso vide tutte le maggiori squadre dell’epoca, dalla Pro Roma ai Diavoli Rossi di Milano, dal Liberty all’Ideale di Bari, dal Naples alla Salernitana. E poi il Pro-Napoli,la Bagnolese,L’Egea,il Brasiliano,il Pro-Vomero,la Forza ed Ardimento di Torre Annunziata,la Casertana,la Cavese,la S.G.Portici,la Nocerina, e non ultima la temutissima Puteolana. Questo pullulare di squadre richiamò l’attenzione del nord e venne costituita a Napoli la Lega Sud.Tutto ciò, naturalmente, tanti anni dopo, chè nel 1907 in Campania le squadre si contavano sulle dita

della mano. S’acquistò la sua brava fama, quel pezzetto di terreno forse mal livellato che la stampa cittadina e napoletana definirono “Caienna” per la sua quasi imbattibilità. Poi la guerra mondiale.Partiti gli atleti restarono i giovanissimi, cui ben presto si aggiunsero gli allievi della Scuola Meccanica di Venezia, quivi trasferita per la vicinanza di quella città alla zona d’operazione.La attività, interrotta un attimo, riprese per non più spegnersi. Nel 1924 si riuscì a cintare il campo.Sembrò che il più bel sogno dei vecchi sportivi fosse coronato.Errore : lo sport era a quell’epoca considerato uno svago da fannulloni, che l’Amministrazione comunale non poteva prendere in considerazione. E lo prese tanto poco in considerazione che stimò opportuno di vendere l’appezzato di terreno ad una società edilizia mentre la squadra disputava un regolare campionato. Fu questo il più probante banco di prova di quel che potesse la passione per lo sport.Ottenuta dal Sindaco la concessione d’una vasta distesa,costeggiante la ripsa S.Marco,tra levie Cosenza, Angriu e la linea ferroviaria metropolitana di Castellammare,incolto e gibboso in soli sette giorni si tracciò un rettangolo di gioco ampio e soprattutto idoneo allo sport per il fondo lapilloso del terreno, che costituì il nucleo fondamentale dell’attuale S.Marco. Al miglioramento di questo stadio hanno costantemente teso i dirigenti succedutisi negli ultimi venti anni.Benemeriti tra essi ilcav.Giuseppe mannara, ilcav.P.G.Amadio, Vincenzo Ferrara, il cav.Jorio, il cav.Rossano, l’avv.Amalfi, il rag.Fiume, ilcomm.Coppola, i rag.Monti e Scioli, il comm.Luciani, l’appassionato Enrico Romano che tenne l’amministrazione nel più difficile periodo bellico, e l’attuale presidente rag.MarioBendetti. Non per dimenticanza, chè tutto al S.Marco lo ricorda, elenchiamo a chiusura il cav.Apuzzo, che dotò lo stadio dell’ottima tribuna in cemento. In sintetico quadro si sono voluti compendiati gli anni migliori e peggiori del sodalizio. E quanti atleti dio vaglia hanno poi recato il contributo della loro classe a tante contese nazionali ed internazionali! Tra essi il mai vecchio Roberto De Martino, Gigi Molinari, Mimì De Nicola,Armando Vetrò. A conclusione del compendio calcistico son da ricordarsi le principali vittorie stabiesi : tre campionati ( uno di prima e due di seconda divisione ) nell’anteguerra, lo strepitoso campionato campionato 1936-37 ( nessuna sconfitta ) e il campionato misto 1944-45. Figurano inoltre all’attivo varie coppe, tra le quali quella del “Mattino”, quella di Natale 36, la “Coni” e la F.I.G.C. 1942-43, oltre alla magnifica vittoria del Torneo a Quattro dei vincitori allo stadio della Libertà del Vomero ( 30-maggio – 1°giugno 1945 ) tra Napoli,Stabia,Fiorentina e Liverno. Ma il calcio non fu ilsolo lievito della passione sportiva, ad esso si accompagnarono altri sport…(omissis)………………Seconda per fondazione, tra le società campane, lo Stabia fu poi tra le primissime a dare la sua adesione alla Lega Sud, di cui aveva caldeggiato la formazione. Essa partecipa da 22 anni ai campionati nazionali di calcio. Brevemente spulceremo ora il quaderno statistico di un vecchio sportivo, che nello sport ha fatto carriera : cominciò da calciatore ed è arbitro benemerito,nonché decano degli sportivi stabiesi. In quarant’anni lo Stabia ha giocato oltre mille incontri con circa 530 vittorie.Le avversarie tradizionali con cui venivano disputati più incontri sono : il Savoia ( ora Tornese ) di Torre Annunziata, seguito a distanza dal Napoli.Tra le squadre più famose ricordiamo la “Queen Elizabeth” composta da undici nazionali inglesi,nel 1912; la rappresentativa della Marina (1914) e della Wehmarmacht ( 1942 );nonché tra le squadre italiane, la Lazio,la Fiorentina etc.Ha ospitato sul suo campo le “nazionali in armi” d’Inghilterra e Sud Africa nella finalissima per “lo scudetto”Mediterraneo (1944). Siamo alla conclusione.Celebrando le sue nozze di platino con la sfera di cuoio lo Stabia oggi addiviene ad una maggiore intesa con la Polisportiva dei Cantieri Metallurgici Italiani, una delle principali industrie del Mezzogiorno.Un nuovo avvenire si schiude, un raggio di sole che vuole essere vivida speranza di quanti hanno sostenuto e sostengono il sodalizio nella sua fatica : I Cantieri M.I. sapranno ridare allo Stabia quella solidità e sicurezza che forse troppo spesso negli ultimi anni è mancata".


domenica 30 settembre 2007 - 13.24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



Gli ultimi articoli di Juve Stabia