L'UNITRE, Università delle Tre Età, sede autonoma di C/mare di Stabia, per migliorare la preparazione dei discenti che seguono il corso per "Conduttori Generatori di Vapore" ha avuto l'autorizzazione a visitare Venerdì 10 gennaio il "Termovalorizzatore di Acerra". Andremo solo in 35 essendo questo il numero massimo concesso. L'Unitre fa presente che, attualmente, presso tale azienda lavorano 12 persone che hanno seguito il corso di conduttore presso l'Unitre ed inoltre altri allievi lavorano nei termovalorizzatori di Padova, di Brescia e di Piacenza. Checchè ne dicono gli scettici, solo per sentito dire e per ignoranza, in questo momento i termovalorizzatori sono gli unici apparecchi capaci di eliminare l'immondizia che ci opprime, basta fare un giro per C/mare ma ancora di più, basta andare a Napoli con la Vesuviana e dopo Torre Annunziata guardare a destra : si parla tanto della Terra dei fuochi, ma non si vede ciò che viene depositato lungo la ferrovia Torre- Napoli. A proposito dei termovalorizzatori, voglio ricordare, sempre per gli ignoranti, che quello di Parma, dove Sindaco è uno del Movimento 5 stelle e dove Grillo disse che prima di metterlo in funzione si doveva passare sul corpo di Pinzarotti, funziona perfettamente.Tanto che sul Comune di Parma è scritto: "I rifiuti qui si trasformano in calorie, zuccheri, carboidrati che poi non sono altro che energia elettrica (128 mega Wattora l'anno) vapore (189 mega Wattora l'anno) che il termovalorizzatore produce e immette nella rete nazionale, l'elettricità che serve a soddisfare il fabbisogno di un paese di 75000 abitanti ed energia termica per 38000 cittadini. Ma la spazzatura è anche denaro, quel "ristoro ambientale" che la società che gestisce il termovalorizzatore versa ogni anno a Parma, seicentomila euro. Il "mostro" può ricevere a casa solo rifiuti di Parma e provincia, secondo quanto disposto dalle norme, e che i camion che alle sei del mattino arrivano a Ugozzolo non sono carovane di rifiuti del Sud. Il termovalorizzatore si ciba di rifiuti, ma sembra più una centrale elettrotermica, ha il viso di mattoni con il colore del cotto e delle tegole, al posto degli occhi ha otto lastre di vetro orizzontale. Eppure il mistero del termovalorizzatore, come in qualsiasi corpo, sta al suo interno. I tubi che servono a portare il calore nella turbina sono arterie di dodici pollici in acciaio lucido e ingabbiano sei imponenti motori da 160 Kilowatt che fungono da muscoli. La turbina che permette il movimento dell'impianto è un bicipite che si nasconde dietro ad una scatola di vernice blu . Ci sono dieci video che controllano la tramoggia, dove due spirali frantumano i rifiuti, ne esaminano la temperatura corporea ogni istante e per temperatura si intende quella del forno che adesso è di 915°, una temperatura tale che «non permette la formazione di diossine, dato che le diossine possono formarsi solo sotto gli 850°». Lo interrogano tutti il "mostro" e anche l' Arpa di Parma che ispeziona e che ha dislocato nella zona perfino quattro centraline mobili, quasi quattro agenti di pubblica sicurezza, che rilevano la qualità dell'aria: «Non ci sono anomalie, la temperatura di combustione è nella norma. E' un impianto tra i più moderni». Ed il presidente dell'Arpa sa che non bastano i numeri contro la paura: «A volte mi chiamano per la presenza di fumi, ma molti dei fumi non possono essere ricondotti all'inceneritore in un'area industriale con la presenza di numerose altre emissioni e di una ferrovia ad alta velocità»". &nbs
p; Faccio presente che a Parma si prevede una riduzione della tassa sulla spazzatura del 300% anche se, prima del termovalorizzatore, era un terzo di quella che paghiamo a C/mare.
In Italia ci vogliono circa 1000 termovalorizzatori, di medie proporzioni, uno ogni 60.000 abitanti, come quelli di Parma o Padova, e dare lavoro ad oltre centomila persone a costo zero per la comunità , che ne trarrebbe enormi vantaggi.
Nel suo studio sui Termovalorizzatori, il LEAP (Laboratorio energia e ambiente di Piacenza) su "Emissioni di polveri fini ed ultrafini da impianti di combustione" concluse che "Le caldaie a gasolio ne emettono cento volte più di un termovalorizzatore". Lo studio, della durata di tre anni, analizzò nei minimi particolari le conoscenze scientifiche oggi disponibili sulla formazione di polveri in impianti di combustione fissi ( caldaie per riscaldamento domestico e termovalorizzatori) e mobili (motori a benzina e diesel), le emissioni che ne derivano, i meccanismi d'azione e i potenziali effetti sulla salute umana, ha misurato e valutato la presenza della frazione ultrafine e delle nanopolveri nelle emissioni, l'efficienza dei filtri depolvoratori e la composizione chimica delle microscopiche particelle.
Fu il primo studio del genere a livello scientifico in Europa coordinato dai professori Stefano Cernuschi,Stefano Consonni e Michele Giugliano, tutti e tre del Politecnico di Milano, che si sono avvalsi della partecipazione dei professori Aldo Cogne, Agostino Gambarotta, Enrico Bergamaschi, Pietro Apostoli e la collaborazione dei ricercatori LEAP e del Politecnico di Milano e dopo questo studio diciamo "Basta con la denigrazione dei termovalorizzatori". Qualcuno ha scritto tempo fa che dicevo questo per interesse, si lo dicevo per interesse, l'interesse di non vedere più giovani che senza lavoro si danno alla droga o alla camorra, ed ora rispondo a questi, che ignorano cosa sia un termovalorizzatore, che sono simili ai ciechi, che si trovano nel mondo come in una camera buia e, procedendo nelle tenebre, sono e saranno sempre vittime di coloro che gli inculcano cose non vere.
Sono disposto a portare al termovalorizzatore altre persone, basta che lo chiedono, e si potrà organizzare, previo permesso, una nuova visita.
Il presidente dell'UNITRE
Antonio Orazzo