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Castellammare - Terme nel caos, i lavoratori: «Basta perdere tempo. Cogliamo al volo la proposta di Federterme»

«Gli atti commessi in danno a Terme di Stabia sono ascrivibili a carico di coloro i quali hanno scelto di non fare, di lasciare tutto in mano ai vandali. Bisogna dialogare con Federterme, Regione Campania, Invitalia, scegliere la strada dell'avviso pubblico».


«Il tempo è stato galantuomo, le verità su Terme di Stabia stanno emergendo con assoluta chiarezza». I termali tornano all'attacco dopo l'invettiva di Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme, nei confronti delle istituzioni stabiesi in occasione del recente tavolo di confronto in Regione e in seguito alla diffusione di un documentario che attesta nuovamente lo scempio perpetrato all'interno del complesso del Solaro, lasciato da troppo tempo in balia dei vandali.

Nel mezzo, il fallimento della procedura pubblica per la ricerca di promotori di project financing per la valorizzazione delle Antiche Terme, testimonianza della difficoltà dell'amministrazione comunale nell'individuare un piano di rilancio del termalismo in città e nel trovare soluzioni anche per salvaguardare i livelli occupazionali.

«Le Terme sono state portate scientemente al fallimento per una mera visione ragionieristica, senza considerare gli effetti della chiusura (vandalismo, mancata tutela dei beni mobiliari ed immobiliari, perdita di posti di lavoro, decremento PIL cittadino) – spiegano i termali in un comunicato -. Oggi Federterme, Unione Industriali, hanno spiegato che non andavano chiuse, per la valenza dei servizi termali, per l'importanza di Terme di Stabia nel panorama nazionale e non solo. Si è quindi stabilito con i fatti che i lavoratori termali hanno sempre avuto ragione. Abbiamo denunciato fin dall'epoca del commissario prefettizio Bonadies che vi era la necessità di tutelare un bene comune, senza se e senza ma.

Gli atti commessi in danno a Terme di Stabia sono ascrivibili a carico di coloro i quali hanno scelto di non fare, di lasciare tutto in mano ai vandali. Il punto di partenza è databile luglio 2015, perché nulla di quanto documentato dalla stampa in questi giorni era accaduto prima di allora. Terme possono essere riconsegnate alla città, questo il monito di Federterme, queste idee chiare e precise diventino un mantra per l'amministrazione comunale.

Basta con le follie dei project, degli advisor, sono fallimentari e fallite in partenza. Federterme ha spiegato con dovizia le motivazioni della non fattibilità e perseguibilità, al netto delle nostre considerazioni, esplicitate e poste agli atti in Commissione Finanze. Basta con idee

confuse. Noi consideriamo sensata la proposta di Federterme, da cogliere al volo, pertanto ribadiamo al sindaco di Castellammare di Stabia di scegliere se preferire una Città delle Acque (termale/turistica), oppure una Città del Take-away.

Bisogna, a nostro parere, dialogare con Federterme, Regione Campania, Invitalia, scegliere la strada dell'avviso pubblico, così da poter mettere gli imprenditori nelle condizioni di operare nel breve. Solo così il termalismo può rinascere».

I termali chiudono avanzando una serie di richieste alle istituzioni, affinché insieme possano contribuire a restituire le Terme alla città e la possibilità ad essi di rientrare in pianta stabile nel ciclo produttivo.

«Siamo pronti a confrontarci - sottolineano -, abbiamo idee a supporto, ma basta perdere tempo. I vandali ne hanno avuto fin troppo per distruggere un pezzo della storia cittadina.

Richiediamo alla Regione di produrre e formalizzare con un protocollo d'intesa immediato quanto discusso il 10 luglio c.a.

Ribadiamo a Federterme di essere convinti che Stabia non merita di essere fuori dal termalismo. Noi saremo al loro fianco per tornare ad essere tra i primi stabilimenti termali in Italia.

Richiediamo agli assessori Lepore e Palmeri di accompagnare Terme alla ripresa tramite azioni di supporto in ambito formativo, finalizzato al reinserimento lavorativo.

Richiediamo al sindaco di Castellammare di Stabia di cogliere le sollecitazioni poste sul tavolo regionale, senza tatticismi di sorta, agendo in sinergia con i lavoratori. Noi siamo sempre disponibili al dialogo.

Richiediamo alla Sint, e quindi al Comune, di arginare le razzie sul Solaro. Basterebbe solo verificare se i residui dei fondi regionali destinati a Terme (amministrazione Caldoro) sono ancora disponibili, viceversa siamo favorevoli a trovare congiuntamente soluzioni in merito.

Le Terme non hanno bisogno di prendere ancora schiaffi, calci, pugni. La Villa Comunale prima o poi passerà in secondo piano, mentre Terme ancora oggi, da moribonda suscita interesse, nostalgia, è foriera di progettualità, non lasciamo al futuro l'onere di etichettare il presente: “Come è stato ucciso il termalismo stabiese”. Noi ci crediamo».


domenica 16 luglio 2017 - 10:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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