Fine settimana di scosse politiche a Castellammare di Stabia. A catalizzare l’attenzione è la scelta del consigliere comunale Nino Di Maio, eletto in una lista civica e fino a poco tempo fa considerato un alleato stabile del sindaco Luigi Vicinanza. Di Maio ha rassegnato le dimissioni con una lunga lettera indirizzata alla città, un testo che rappresenta al tempo stesso un bilancio della sua esperienza pubblica.
Di seguito, la lettera del consigliere dimissionario:
"In molti - anzi, la stragrande maggioranza dei cittadini di Castellammare di Stabia - conoscono la mia storia personale e pubblica.Un percorso che nasce nel sindacato, nella CISL, dove ho dedicato anni alla tutela dei lavoratori e delle famiglie stabiesi.
Il mio impegno sindacale - lo dico senza enfasi ma con orgoglio - è patrimonio comune della città.Non per me, ma per Castellammare.
E come dimenticare la lunga stagione di impegni per difendere il lavoro e l’identità produttiva della nostra comunità.Nel 2011, quando Fincantieri era ormai data per chiusa da un accordo tra azienda e organizzazioni sindacali di categoria, intervenimmo come CISL confederale, insieme al Senatore e Sindaco Luigi Bobbio, per scongiurare la desertificazione industriale.
Fu una battaglia dura ma vincente, che smontò falsità e responsabilità: dimostrammo che la presenza della camorra nel cantiere era frutto di omissioni aziendali, che i dati sulla produttività erano stati manipolati e che le ricostruzioni presentate ai tavoli istituzionali - dal Ministero alla Regione, fino alla Prefettura - erano infondate.Non meno impegnativa fu la vicenda delle Nuove Terme, quando – con il presidente Caldoro – individuammo un imprenditore serio del settore pronto a rilevare l’azienda.
Un’occasione che l’amministrazione pro tempore e la SINT decisero di ignorare, condannando la città a un declino che oggi appare evidente a tutti.La Corderia fu salvata per ben due volte.
E sulla questione Marina di Stabia mi battei per ottenere un Consiglio comunale monotematico, poi smarrito tra equivoci e silenzi, mentre l’azienda incassava 57 milioni di euro di fondi pubblici senza restituire né opere né lavoro.Più recentemente, la III Commissione consiliare ha approvato una mia mozione per convocare un nuovo Consiglio monotematico che affronti, finalmente, il tema dello sviluppo produttivo della città.
Come ho messo in campo una battaglia, tra mille ostracismi per l’app
rovazione del piano spiagge che prevede il libero accesso agli arenili ai cittadini Stabiesi. Negli anni più maturi della mia vita ho contribuito, con amici stabiesi, alla nascita di un movimento civico convinto che le nostre esperienze potessero diventare un valore collettivo.
È così che sono arrivato in Consiglio comunale.
Oggi la vita mi pone davanti a una scelta difficile. Alcuni miei strettissimi familiari sono stati lambiti da indagini ,che hanno portato in carcere esponenti del clan D’Alessandro.
Non ho alcun ruolo, né diretto né indiretto ed ho piena e totale fiducia nella magistratura. Eppure so bene che, a Castellammare, le ombre anche infondate pesano più dei fatti. Lo so perché conosco la storia recente della città: lo scioglimento del passato ci insegna che le parentele, anche quando irrilevanti sul piano penale, possono diventare argomenti politici capaci di travolgere istituzioni e comunità.
E a poco servirà, dopo, se le carte bollate smentiranno tutto: il danno sarebbe ormai irreparabile. Per questo, con senso dello Stato e delle Istituzioni,ho deciso di rassegnare le dimissioni da consigliere comunale.Sento il dovere di levar voce contro i cori giustizialisti di chi ieri taceva.
Di chi - senza pudore - copriva, tollerava o legittimava soggetti contigui ai clan dentro i propri partiti. Di chi ha attraversato tutte le stagioni politiche pur di restare agganciato a un potere che ha devastato Castellammare sul piano sociale, industriale, turistico e termale.
Sono gli stessi che oggi posano come moralizzatori. Gli stessi che hanno tratto voto e sostegno proprio da quella melma che ha distrutto la città. Io non appartengo a quel mondo. La mia educazione è stata sempre politica, sindacale e soprattutto istituzionale.
La mia scelta non cancella il percorso del nostro movimento civico. Grazie alla fiducia di Noi per Stabia, continuerò il mio impegno politico e sociale, come ho sempre fatto: con umiltà, generosità e rispetto delle istituzioni.
Le mie dimissioni sono una scelta dura, sofferta, ma giusta e mi auguro che lo stesso facciano anche quei consiglieri che potrebbero esporre eventualmente l’Ente al rischio di scioglimento.Chi ama davvero questa città sa quando è il momento di combattere e quando è il momento di arretrare per evitare che Castellammare paghi un prezzo ingiusto.
Oggi, ritengo che nell’interesse della Comunità stabiese quel momento sia arrivato”.