Un'operazione contro il crimine organizzato ha portato all'arresto di tre membri del clan D'Alessandro, noto sodalizio camorristico attivo nel napoletano. La Polizia di Stato del Commissariato di Castellammare di Stabia, sotto la direzione della direzione distrettuale Antimafia di Napoli, ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Napoli.
Tra i tre arrestati - come riporta l'edizione online de "Il Mattino - spiccano nomi di senso rilevante per la criminalità locale: Miriam Teresa D'Alessandro, figlia di Luigi D'Alessandro, attualmente detenuto al regime del 41bis, e il marito Francesco Paolo Savarese, già noto alle forze dell’ordine per utilizzo illecito di telefoni cellulari in carcere. Completano il gruppo degli arrestati Giovanni Cacace, recentemente arrestato in flagranza di reato per estorsione.
Le accuse rivolte agli arrestati comprendono violenza privata, detenzione e porto di arma da sparo, estorsione, ricettazione, e traffico di sostanze stupefacenti. In particolare, le indagini hanno evidenziato come il clan fosse coinvolto non solo nel traffico di droga, ma anche in attività di racket su spiagge libere, dove imponevano un illegittimo controllo nel settore del noleggio di sdraio e lettini, oltre che nel mondo delle scommesse.
Le operazioni di polizia, coordinate dal Pubblico Ministero Giuseppe Cimmarotta, hanno svelato un quadro preoccupante di
violenze e intimidazioni volte a garantire illeciti profitti, con metodi tipici della camorra. L'inchiesta ha rivelato come la malavita si stia infiltrando anche in ambiti tradizionalmente associati alla legalità e al divertimento, come le spiagge, colpendo non solo gli imprenditori onesti ma minando anche la tranquillità dei cittadini e dei turisti.
L'operazione della Polizia di Castellammare di Stabia rappresenta un importante passo verso il contrasto alle attività mafiose sul territorio e un segnale forte della lotta dello Stato contro ogni forma di sopruso e illegalità. L’arresto di figure di spicco del clan D'Alessandro potrebbe rappresentare un’interruzione significativa della catena di comando e un’opportunità per liberare definitivamente le spiagge libere dall’ombra del racket.
La comunità locale e gli attivisti per i diritti civili hanno applaudito all'operazione delle forze dell'ordine, auspicando che questo intervento possa essere solo l'inizio di una lunga serie di azioni decisionali contro la criminalità organizzata, un flagello che, purtroppo, continua a caratterizzare molte zone del nostro Paese.
Resta alta l'attenzione sulla questione della sicurezza nelle aree pubbliche e sulla necessità di una maggiore protezione per la legalità, affinché spiagge e luoghi di ricreazione possano tornare ad essere spazi di libertà e relax per tutti.