Cronaca

Castellammare - Nuovo processo per Omobono-Scarpa

Arriva in appello il processo a carico di Massimo Scarpa, Michele Omobono e altri sei rappresentanti degli “Emergenti”.

di Vincenzo Sbrizzi


Arriva in appello il processo a carico di Massimo Scarpa, Michele Omobono e altri sei rappresentanti degli “Emergenti”, contrapposti al clan D’Alessandro per il controllo dell’attività criminale sul territorio di Castellammare di Stabia. Dinanzi alla seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli sfileranno, oltre ai due promotori del sodalizio, Mario Cannavale, Raffaele Carolei, Giovanni Savarese, Raffaele Martinelli, Aniello Omobono e i due collaboratori di giustizia Luciano Fontana e Ferdinando D’Antuono, considerati tra i protagonisti di una sanguinosa faida che nel 2004 vide la morte di due uomini del clan D’Alessandro, Giuseppe Verdoliva e Antonio Martone. Per tutti l’accusa è di associazione di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni e al traffico di sostanze stupefacenti. Il primo atto dell'attività istruttoria del processo bis è stata la relazione del consigliere a latere sulle motivazioni della sentenza di primo grado e sui motivi d'appello presentati dalle parti. Motivi che riguardano soprattutto

il collegio difensivo secondo cui le condanne inflitte in primo grado sarebbero inappropriate rispetto ai fatti contestati agli uomini guidati da Scarpa e Omobono. Una lunga serie di intercettazioni e le rivelazioni dei due pentiti permisero alla prima sezione del tribunale di Torre Annunziata di infliggere in primo grado di giudizio condanne per un totale di centotrenta anni e sei mesi di reclusione. Puniti i reati accertati tra febbraio e ottobre 2004 e che ammontano a sette estorsioni consumate e tre tentate, tutte a Castellammare di Stabia. Secondo la pubblica accusa, rappresentata in quel procedimento dalla pm Dda Antonietta Troncone, il clan avrebbe cercato di controllare anche il traffico di sostanze stupefacenti avvalendosi della collaborazione di cosche limitrofe. Sul clan grava anche una sentenza di primo grado a due ergastoli e tre condanne a venticinque anni di carcere per gli omicidi Martone e Fontana, anch’essa appellata. Durante la prossima udienza, fissata per metà dicembre, la parola passera al sostituto procuratore generale per la sua requisitoria.


venerdì 27 novembre 2009 - 10.02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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