«Sono stato io ad accoltellare mio figlio». Queste le parole riferite da Antonio Napodano agli inquirenti nell'ambito dell'inchiesta atta a chiarire la dinamica della lite familiare sfociata nel sangue nel rione Savorito. Il figlio Giuseppe, 40 anni, è attualmente ricoverato in gravissime condizioni ed ha subito un secondo intervento alla vescica, lacerata a causa delle coltellate inferte dal 61enne che finalmente ha deciso di confessare l'accaduto. «Peppe mi ha colpito con una mazza da baseball» ha rivelato Antonio, confermando di fatto la ricostruzione degli inquirenti che nei pressi dell'abitazione di Giuseppe avevano trovato proprio l'arnese utilizzato durante la colluttazione insieme ad alcune tracce di sangue. E proprio Giuseppe adesso lotta tra la vita e la morte a causa dei due fendenti al fianco e alla scapola a cui i medici dell'ospedale
di Caserta, dove è stato trasferito, stanno tentando di porre rimedio sin da quando sabato sera l'uomo è arrivato al pronto soccorso del San Leonardo senza neppure l'ausilio dell'ambulanza. La lite sarebbe avvenuta in strada ma, a quanto pare, nessuno ha avuto il coraggio di parlare ed esternare quello che aveva visto quella sera, finché la confessione del padre agli agenti del commissariato di polizia non ha chiarito il primo di tanti aspetti ancora poco chiari della vicenda. Gli inquirenti, infatti, temono che alcuni retroscena siano stati occultati da Antonio, mentre le due famiglie continuano a scambiarsi violente accuse tramite i social network, testimonianza di un'acredine covata ormai da diversi anni, sin da quando il padre ha deciso di rifarsi una famiglia e di andare a vivere in un'altra abitazione a pochi metri di distanza da quella di Giuseppe.