Un tempo fiore all’occhiello della Campania, oggi le Terme di Stabia sono il simbolo plastico di un fallimento politico che attraversa decenni di cattiva amministrazione, promesse non mantenute e totale mancanza di visione strategica. L’immagine della struttura fatiscente, immortalata dagli studenti in visita a Castellammare e diventata virale sui social, non è solo uno schiaffo alla città ma il ritratto di una classe dirigente incapace di valorizzare il territorio e il suo patrimonio.
Ciò che un tempo era un punto di riferimento per il turismo termale, attirando visitatori da ogni parte d'Italia, oggi è ridotto allo specchio distrutto dei fasti di un tempo, lasciato all'incuria e all’abbandono. La chiusura delle Terme ha dato il via a un declino inarrestabile, frutto dell’inerzia politica, della mala gestione e di un disinteresse cronico che ha condannato una risorsa preziosa all’oblio.
Quel che resta oggi è uno scheletro fatiscente, simbolo dello spreco e dell'incapacità amministrativa, in netto contrasto con le potenzialità che il complesso
termale era capace di offrire. Il clamore mediatico suscitato dalle immagini diffuse sui social non è solo motivo di ironia: è la denuncia di una generazione che eredita il peso di scelte sbagliate e dell’immobilismo delle istituzioni. Castellammare avrebbe potuto avere un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale; invece, si trova a dover gestire un’ennesima occasione persa.
Se le Terme di Stabia versano in questo stato, la colpa è di una politica che per decenni ha rimandato, ignorato e fallito ogni tentativo di rilancio. Tra progetti mai realizzati, annunci propagandistici e disinteresse, la struttura si è trasformata in una ferita aperta nel cuore della città.
Ora si attende l’avvio del nuovo progetto per la costruzione dell’ospedale voluto dalla Regione Campania. Una scelta che divide l’opinione pubblica, ma che quantomeno restituirà dignità a un’area oggi abbandonata. Tuttavia, il punto rimane: Castellammare ha perso una delle sue risorse più preziose, e il prezzo di questa disfatta lo pagano i cittadini.