Il primo segnale è stato sottile, quasi impercettibile: una dichiarazione sfumata, qualche distinguo tecnico, il malumore confinato nei corridoi di Palazzo Farnese. Oggi, però, le fratture nella maggioranza che sostiene Luigi Vicinanza a Castellammare di Stabia sono evidenti e pubbliche. E non sono più isolate.
Futuro Democratico Riformista - gruppo consiliare che finora aveva mantenuto una posizione di aperto sostegno al sindaco - ha rotto gli indugi. I consiglieri Iovino, Cuomo e D’Angelo parlano apertamente di «bluff» a proposito delle agevolazioni balneari annunciate dall'amministrazione. Ma soprattutto contestano la riapertura delle Antiche Terme, avvenuta senza le storiche acque curative: un’apertura, dicono, «come Disneyland senza giochi». Una battuta tagliente, ma anche un messaggio politico chiaro: le promesse simboliche non possono sostituire una programmazione concreta.
Questo affondo non arriva nel vuoto. È il tassello più recente di una tensione crescente che coinvolge anche pezzi importanti della coalizione. Sandro Ruotolo, europarlamentare e consigliere comunale del Pd, ha più volte preso le distanze dalle scelte del sindaco. Maurizio Apuzzo e l’ex sindaco Salvatore Vozza, pur mantenendo un appoggio esterno, hanno già tracciato una linea di separazione. E Mimmo Cioffi, consigliere di maggioranza, definisce il progetto del nuovo ospedale alle Nuove Terme «soldi buttati», contestando il disinvestimento sul San Leonardo.
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quo;opposizione, che in parte sembrava in attesa o persino dialogante, ora cambia tono. Antonio Alfano, uno dei consiglieri che di recente sembrava più propenso al dialogo costruttivo con l'amministrazione, si schiera apertamente contro l’operato di Vicinanza. Una svolta che segna l’ulteriore isolamento politico del primo cittadino.
La tenuta numerica della maggioranza non sembra in discussione, almeno per ora. Ma la coesione politica sì. Vicinanza guida una coalizione civico-progressista dalle anime molto diverse: ambienti civici, progressisti storici, ex amministratori, consiglieri di formazione politica distante. Tenere insieme visioni e priorità così diverse si sta rivelando un compito complesso, se non impossibile.
Il rischio ora è duplice: da un lato, il pericolo di un immobilismo amministrativo dovuto al continuo compromesso tra le parti; dall’altro, la difficoltà nel blindare la fiducia verso l’esterno, proprio su alcuni temi-chiave - il rilancio delle Terme, la sanità, il rapporto con il territorio - che avevano segnato la campagna elettorale.
E all’orizzonte incombono le elezioni regionali, che potrebbero rimescolare alleanze e proiezioni di potere. In quel passaggio, Vicinanza rischia di ritrovarsi stretto tra ambizioni concorrenti e nuovi posizionamenti.
La crisi, per ora, non è istituzionale. Ma è politica. E se non affrontata con una leadership capace di riorientare l’azione di governo, rischia di diventare irreversibile.