La comunità stabiese si è stretta questa mattina attorno al feretro di suor Nerina De Simone, la religiosa di 63 anni morta il 16 settembre in un incidente stradale in Tanzania insieme ad altre tre consorelle. La Cattedrale, gremita di fedeli, ha accolto le Carmelitane missionarie arrivate da ogni parte d’Italia per accompagnare la segretaria generale dell’ordine nel suo ultimo viaggio terreno. In prima fila anche il sindaco Luigi Vicinanza, presente con il gonfalone del Comune a nome dell’intera città.
Nata e cresciuta a Castellammare, suor Nerina aveva intrapreso la vita religiosa nel 1986 e pochi anni dopo aveva detto un “sì” per sempre alla vocazione. Instancabile e determinata, aveva ricoperto ruoli di rilievo nella congregazione, spingendosi fino in Canada e affrontando missioni difficili in Africa. Puntigliosa, curiosa e persino appassionata di tecnologia, era capace di unire r
igore e dolcezza, qualità che l’avevano resa punto di riferimento per consorelle e comunità.
Durante la celebrazione, don Lucio Sembrano, giunto da Roma per l’occasione, ha voluto restituire alla comunità il senso più profondo di questa perdita Le sue parole hanno tracciato un filo tra le radici stabiesi della missionaria e il respiro universale della sua opera.
La liturgia, celebrata in un clima di intensa commozione, si è chiusa con un momento particolarmente toccante: in chiesa è risuonata la voce di suor Nerina che intonava il suo canto preferito, lasciando nei presenti l’eco di una presenza che continuerà ad accompagnare la comunità. Dopo la cerimonia, la sepoltura nel cimitero cittadino, dove la missionaria riposerà nella sua Castellammare, accanto alla gente che l’ha vista nascere e che oggi l’ha salutata con gratitudine e dolore.