Resta in carcere il 23enne Luigi D'Alessandro, coinvolto nell'inchiesta Domino Bis che un mese fa ha decapitato il clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia. Il figlio del boss Pasquale D'Alessandro non ha ottenuto i domiciliari: il giudice ha deciso di mantenere la misura restrittiva in carcere ritenendo il giovane un esponente di spicco della cosca di Scanzano. Come racconta Metropolis questa mattina in edicola, ieri i giudici del Riesame hanno respinto la richiesta di scarcerazione in attesa del processo ritenendo valida l'accusa di associazione mafiosa formulata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Nel corso dell'inchiesta Domino Bis, la figura del 23en
ne è considerata di rilievo. A peggiorare il quadro sono anche le dichiarazioni del pentito Pasquale Rapicano che riteneva Luigi D'Alessandro ormai ai vertici dell'organizzazione criminale ricoprendo il ruolo del padre Pasquale nei vari summit di camorra. Era inoltre lui ad avere le chiavi per entrare nella scuola Salvati di Scanzano dove spesso si incontravano i ras dei D'Alessandro. Per l'Antimafia il 23enne stava scalando velocemente le gerarchie sfruttando il nome del padre e allo stesso tempo la posizione apicale del nonno, Sergio Mosca (anche lui finito in carcere con l'inchiesta Domino Bis), che si occupava degli affari in compagnia di Giovanni D'Alessandro.