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Castellammare - Il Real Stabia ''dà un calcio alla diversità''

La scuola calcio campana organizza corsi gratuiti per i ragazzini diversamente abili

di Gioacchino Roberto Di Maio


   Giusy Serpe, Diverse Abilità

Il calcio quale motore trainante per abbattere la diversità. È questo il principio su cui si fonda il progetto della scuola calcio "Real Stabia" dedicato al mondo dei diversamente abili. Affiliata alla AS Roma dalla stagione 2013/14, la società con sede a Castellammare di Stabia ha attivato dei corsi completamente gratuiti per consentire di cimentarsi nella pratica dello sport più amato al mondo anche a coloro i quali sino ad oggi si erano visti costretti al solo osservarlo da spettatori. Si tratta di fatto della prima scuola calcio per diversamente abili in Campania, la terza in Italia assieme a quelle esistenti a Perugia e Siracusa. Il presidente Aniello Parmendola e il coordinatore Vincenzo Passaro, quest'ultimo tra l'altro vicepresidente dell'associazione infermieristica "Attori per Amore" da anni impegnata in numerose iniziative nel campo del sociale, hanno sin da subito raccolto le adesioni di molti infermieri dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dichiaratisi pronti a garantire il proprio contributo volontario per il successo dell'iniziativa. "Diamo un calcio alla... disabilità" è lo slogan del progetto che prevede due sedute di allenamento svolte settimanalmente presso il campo sportivo del Real Stabia sito in via Lattaro, arteria stradale che taglia in due quel rione Savorito incarnante una delle aree più difficili di Castellammare che, come spesso avviene, affida al rettangolo verde il proprio sogno di riscatto sociale. Un terreno in erba sintetica di dimensioni appena utili ad ottenere l'omologazione per la disputa delle partite dei campionati provinciali e regionali del settore giovanile in cui il Real Stabia è impegnato con le varie selezioni che vanno dalle categorie Baby ai Giovanissimi. «Si tratta di un progetto nato con l'obiettivo di realizzare il desiderio dei ragazzi con disabilità di praticare sport - spiega il coordinatore e istruttore Vincenzo Passaro -, vogliamo offrire una proposta educativa che valorizzi la globalità della persona. Il nostro intento è collocare il bambino al centro delle nostre attività in un processo di crescita fisica, motoria, intellettiva e sociale. Ringrazio i tanti che sin qui ci hanno rivolto i propri complimenti per questa idea, ricevere numerose telefonate da parte di chi è interessato a collaborare o ad iscrivere i propri piccoli ci regala emozioni immense perché è sinonimo della bontà del nostro operato. Noi garantiamo la nostra passione per lo sport e l'amore per il prossimo, ai bambini toccherà solo divertirsi con quel pallone che tante gioie regala a chi lo pratica e che di fatto può abbattere qualsiasi diversità. Ho un sogno: che questa iniziativa sia da sprone per le società anche professionistiche che possono contare su strutture ben più attrezzate della nostra». A seguire i ragazzi, oltre a Passaro, sono gli istruttori Carmine Visiello, Vincenzo Cascone e Angelo Di Nocera oltre ad un nutrito staff medico composto dai nefrologi dott. Vittorio Serio e dott. Giorgio Ricci, dal pediatra dott. Antonino Ciunfrini, dal terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva dott. Leonardo Savino, dagli esperti in scienze motorie per disabili dott. Miki Mancuso e dott. Generoso Falciano, dall'esperto di medicina dello sport dott. Raffaele Esposito e dalla dottoressa Loredana Todisco, laureata in neuropsicomotricità del disabile. Nello staff organizzativo anche l'avvocato Maria Rosaria Savino, specializzat

a negli aspetti socio-giuridici dell'handicap. «Siamo felici – spiega Lucrezia, madre di uno dei piccoli iscritti –, finalmente i nostri figli potranno praticare sport con il supporto di professionisti del settore. È un’iniziativa splendida anche sotto il profilo sociale ed educativo, si concede di fatto a questi ragazzi di crescere in un ambiente sano in grado di offrire anche importanti momenti di confronto. Ci auguriamo che in futuro anche altre squadre possano seguire questo esempio, manifestazioni del genere sono preziose per chi ha bisogno di sentirsi parte integrante della società senza discriminazioni di sorta. Ovviamente noi famiglie faremo il massimo per supportare gli organizzatori, lo meritano in un frangente storico in cui in pochi operano senza scopo di lucro. Ci auguriamo che anche in altri ambiti si presti un’attenzione quantomeno paragonabile al mondo dei diversamente abili, d’altronde il futuro è anche loro. Sono convinta che il Real Stabia possa davvero incitare altre realtà, sportive e non, a valorizzare le qualità di questi splendidi ragazzi che desiderano più di ogni altra cosa respirare un po’ di normalità senza esser costretti a guardare gli altri». L'iniziativa ha tra l'altro raccolto l'adesione con sommo entusiasmo dell'associazione locale "L'Aliante" che, dedicata proprio ai disabili, era stata sin qui coinvolta solo dalla Juve Stabia nell'ambito del progetto della Lega Serie B "Un giorno per la mia città". Il 28 aprile 2014, in particolare, i ragazzi diversamente abili furono ospitati allo stadio Menti dalla rosa della prima squadra delle vespe che donò loro un pomeriggio da sogno giocando assieme a calcio. Peccato si sia trattato di un episodio privo di continuità da parte dell'unico club calcistico professionistico di Castellammare, mentre a breve l’idea potrebbe essere concretizzata anche nella vicina Gragnano dalla Scuola Calcio Sant’Aniello. Il progetto "Diamo un calcio... alla disabilità" non è comunque il primo rivolto al sociale promosso dal Real Stabia. Durante la stagione 2013/14, la prima in tandem con l'AS Roma, la scuola calcio varò l'operazione "Calcio Sano" per offrire un valido supporto alla gestione della salute dei ragazzi e contribuire a diffondere i principi di fair play e uguaglianza. Fuori dal campo gli iscritti possono inoltre contare sull'iniziativa "Non solo calcio" che offre ai ragazzi che palesino difficoltà scolastiche un servizio gratuito di ripetizioni per poter garantire a tutti una maturazione sia sportiva che culturale. Ora una nuova mission ancor più suggestiva e lodevole, far sì che un pallone possa regalare un sorriso e tanto divertimento a chi deve fare i conti con una disabilità che tante difficoltà riserva nella vita di tutti i giorni. In fondo, come ama ricordare l'ex pilota di F1 Alex Zanardi, ciò che conta è l'amore per le cose perché basta il cuore per fare sport. E, in questo caso più di ogni altro, per consentire ad altri di praticarlo. Un cuore ricco di immenso amore per il prossimo in un calcio che finalmente mette da parte gli interessi economici, un cuore che non dovrà mai smettere di battere.

N.d.r.: L'opera dal titolo "Diverse Abilità", posta accanto all'articolo, è a firma di Giusy Serpe ed è stata esposta durante la mostra "Diversabilarte" tenutasi tra novembre e gennaio presso il Chiostro di San Francesco d'Assisi a Sorrento.


martedì 12 gennaio 2016 - 01:33 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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