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Castellammare - Il nuovo ospedale prende il posto delle Terme, l'opinione pubblica si divide

La demolizione del complesso termale è imminente. Tra chi saluta favorevolmente il cambiamento e chi lo vive come un addio alla storia cittadina.

di Alessio Esposito


Il conto alla rovescia è iniziato. Con l’annuncio ufficiale del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, la demolizione delle Nuove Terme si avvicina. Entro la fine di maggio, l’area che un tempo rappresentava l’identità termale della città sarà trasformata in un cantiere. È il primo passo concreto verso la realizzazione del nuovo ospedale, un’opera ritenuta strategica per il potenziamento della sanità sul territorio vesuviano.

Ma se da un lato si registra un’accelerazione attesa da anni, dall’altro emerge una frattura profonda nell’opinione pubblica. La città si divide. La nuova struttura sanitaria viene accolta da una parte della popolazione come una scelta utile, persino inevitabile, in un contesto di carenze croniche dell’assistenza ospedaliera. Dall’altra parte, cresce la delusione di chi vede nella demolizione delle Terme l’ennesima rinuncia a un’identità culturale e storica mai davvero difesa fino in fondo.

Il dibattito, che si trascina da tempo, è tornato centrale nelle ultime ore. Il complesso delle Nuove Terme, chiuso dal 2015 dopo il fallimento, è rimasto per anni in abbandono, vittima di degrado e incuria. Nessuna amministrazione è riuscita a riattivarlo, nessun progetto di rilancio è mai decollato. Le sue strutture, pur fatiscenti, continuavano a rappresentare per molti un simbolo della vocazione turistica della città, un’eredità che avrebbe potuto essere recuperata e valorizzata.

Ora, con la decisione di costruirvi il nuovo presidio ospedaliero, si chiude definitivamente una stagione. I

l progetto, inserito nel piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera, punta a ridisegnare l’assistenza sanitaria nell’area costiera e vesuviana. Il nuovo ospedale dovrebbe offrire standard elevati, tecnologie avanzate e servizi moderni in un’area densamente abitata e penalizzata da strutture obsolete o sottodimensionate.

Tuttavia, la scelta del luogo continua a sollevare dubbi e perplessità. In molti si chiedono se non fosse possibile individuare un’area alternativa, che non implicasse la cancellazione fisica di un complesso simbolico per la comunità. L’assenza di un piano serio per la rinascita termale di Castellammare, nel frattempo, è percepita come una sconfitta, che rischia di trasformare un’opportunità sanitaria in una ferita culturale.

La questione va ben oltre l’urbanistica. Si intreccia con una riflessione più ampia sul futuro della città: sviluppo legato ai servizi pubblici o rilancio del turismo e della cultura? Quale direzione vuole imboccare davvero Castellammare dopo anni di commissariamento, incertezze e promesse mancate?

Intanto, l’area delle Terme si prepara a cambiare volto. Il cantiere aprirà con la demolizione degli edifici esistenti e, nei prossimi mesi, dovrebbe partire la costruzione del nuovo ospedale. Una svolta che modifica lo skyline urbano ma anche il modo in cui la città si racconta. Se sarà un passo avanti o un’occasione perduta, lo dirà il tempo. Ma il dibattito, per ora, resta aperto. E segna ancora una volta la distanza tra le scelte istituzionali e le sensibilità di un territorio in cerca di visione.


mercoledì 14 maggio 2025 - 12:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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