Le Fontane del Re, un tempo simbolo di prestigio e raffinatezza, rappresentano oggi un prezioso ma fragile patrimonio che racconta la storia del parco di Quisisana. Questo sito, che fin dal XIII secolo ha attirato l'attenzione di numerosi regnanti, fu trasformato in una sontuosa residenza reale da Carlo III di Borbone nel XVIII secolo. Durante il periodo Borbonico, il parco raggiunse il suo massimo splendore, quando furono realizzate le imponenti fontane, i viottoli, e le strutture scenografiche che ancora oggi testimoniano l’antica grandiosità del luogo. Le fontane, dislocate lungo il principale viale del parco, erano il cuore pulsante di un sistema che rifletteva la volontà di creare un giardino perfetto, un luogo dove natura e arte si incontravano in un equilibrio armonico. Costruite per esaltare la bellezza e la potenza del regno, esse erano disposte lungo un tridente che si diramava dal centro, tra fiori, alberi e acque che scivolavano placide dalle fontane verso i boschi circostanti. Tuttavia, quel che un tempo era motivo di orgoglio è oggi testimone di un lento e inesorabile degrado. La storicità delle strutture e la bellezza del paesaggio hanno lasciato il posto a segni di abbandono e incuria. Le fontane, che un tempo scintillavano al sole, sono oggi ridotte a ruderi, con acque stagnanti che non scivolano più e statuarie rovine che raccontano una decadenza avvertibile a ogni angolo del parco. Il sentiero che le costeggiava, fiancheggiato da una doppia fila di platani e ippocas
tani, è ora spesso impraticabile a causa della vegetazione incontrollata che non trova più il giusto equilibrio tra la natura e la cura dell'uomo. Le cause di questo degrado sono molteplici: la mancanza di interventi di conservazione adeguati, la scarsità di fondi per il recupero e la difficoltà di gestione di un patrimonio naturale così vasto. La flora, che un tempo includeva alberi esotici e piante rare, è oggi minacciata dal progressivo invadere di specie invasive, mentre la fauna che popolava la selva, dominata dai castagni e dagli alberi di alto fusto, sembra sempre più distante dalla vivacità di un tempo. La situazione è ancora più grave per le fontane stesse, che non solo sono in rovina, ma sono anche in parte coperte dal muschio e dalla ruggine. Nonostante la bellezza della loro architettura, non c'è più il flusso d'acqua che un tempo dava vita al parco. Le opere di restauro, tanto necessarie per preservare questo patrimonio, sono scarse e spesso limitate a interventi parziali che non riescono a fermare il lento processo di erosione che minaccia queste meraviglie storiche. Il parco di Quisisana, con le sue fontane ormai in rovina, è un chiaro esempio di come il tempo e la disattenzione possano cancellare anche i monumenti più grandiosi. Sebbene alcuni sentieri e la vegetazione circostante continuino a testimoniare la maestosità del luogo, le fontane del Re, che erano simbolo di un potere che non c'è più, rischiano di essere inghiottite dal silenzio e dal degrado.