Il sentiero che conduce alla cascata del Lavello sarà presto recuperato e valorizzato. A Castellammare di Stabia è stato approvato l’intervento che, con un finanziamento di 10mila euro già incassato dall’ente, punta a restituire alla città un tratto di territorio di grande interesse naturalistico e paesaggistico. Il progetto rientra nel programma “Cammini e cultura dei Monti Lattari”, sostenuto dal Parco regionale dei Monti Lattari, e si propone di favorire la fruizione di un patrimonio che unisce ambiente, storia e identità. L’obiettivo è duplice: promuovere un turismo attivo e sostenibile e ricucire il rapporto della città con il suo versante pedemontano, storicamente segnato dalla presenza delle acque. L’area tecnica comunale ha predisposto il piano, che prevede opere mirate per rendere nuovamente accessibile il percorso e garantirne la sicurezza. Si tratta di un intervento contenuto dal punto di vista economico, ma che punta a produrre un impatto significativo in termini di valorizzazione del territorio. Su questo fronte è stato importante anche il contributo d
i Archeoclub e Cai, che hanno evidenziato nel tempo l'opportunità di poter insistere su quel sentiero.
La scelta di affidare i lavori è stata accelerata dalle tempistiche ristrette previste dal finanziamento. La procedura ha portato a un ribasso di gara, con un piccolo margine di risparmio per le casse comunali. I lavori avranno una durata di circa trenta giorni consecutivi dalla consegna. L’intervento sul Lavello si inserisce in un disegno più ampio di recupero dei percorsi naturalistici che collegano la città con il Parco dei Monti Lattari. L’amministrazione intende così rafforzare l’offerta turistica legata al paesaggio e all’escursionismo, affiancando agli eventi sul litorale la riscoperta delle aree collinari e delle loro potenzialità.
In un momento in cui Castellammare cerca nuove prospettive di sviluppo, la valorizzazione di un sentiero storico diventa occasione per mettere a sistema risorse naturali, patrimonio culturale e domanda crescente di turismo esperienziale. Un passo limitato nei numeri, ma strategico per rilanciare la connessione tra città e natura.