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Castellammare - Il cantiere navale davanti al bivio della storia

La svolta militare indicata da Fincantieri apre prospettive, ma in attesa di investimenti pubblici e una visione integrata con il porto il futuro rischia di restare ancora una promessa.


Il futuro del cantiere navale di Castellammare di Stabia non è più una domanda astratta da convegni né una rivendicazione nostalgica. Le parole pronunciate dall’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, segnano un passaggio politico e industriale preciso: Castellammare sarà specializzata nella produzione di navi militari. Una missione dichiarata, non una formula di circostanza, che rimette lo stabilimento stabiese al centro di una strategia nazionale.

È una novità sostanziale rispetto agli ultimi vent’anni. Per troppo tempo il cantiere ha vissuto ai margini, ridotto alla produzione di sezioni e tronconi, tenuto in vita più dalla sua storia che da una vera prospettiva industriale. Oggi, invece, cambia completamente lo scenario. Non solo lavoro, ma lavoro qualificato, continuativo e con una proiezione internazionale. Il dato di fondo è che la produzione militare, a Castellammare, ha ormai superato quella delle altre tipologie di naviglio. La domanda della Marina Militare italiana e dei Paesi esteri sta crescendo a ritmi tali da mettere sotto pressione i cantieri liguri di Fincantieri. In questo contesto, Castellammare non è una soluzione di ripiego, ma una necessità industriale. La qualità de

l lavoro svolto e il rispetto dei tempi - elementi rivendicati dallo stesso Folgiero - sono la vera forza competitiva del sito stabiese.

Ma ogni missione, per diventare realtà, ha bisogno di gambe solide. Ed è qui che riemerge il grande nodo mai sciolto: bacino di costruzione, nuova banchina, spazi adeguati, accessi portuali moderni. Fincantieri ha chiarito la propria posizione - il sedime è competenza pubblica, l’azienda è pronta ad attrezzare le aree produttive - e proprio questa chiarezza ora obbliga Governo e Regione Campania ad assumersi la loro responsabilità. Senza investimenti pubblici, la specializzazione militare rischia di restare una traiettoria incompiuta. C’è poi una questione strategica che Castellammare non può più rinviare: il rapporto tra cantiere e porto. Il futuro industriale dello stabilimento non può essere pensato in modo separato dallo sviluppo portuale. Un cantiere che cresce ha bisogno di un porto efficiente; un porto moderno può diventare volano di sviluppo per la città se integrato con la produzione industriale. La sfida è superare le contrapposizioni del passato e costruire una visione unica, capace di tenere insieme lavoro, città, ambiente e vocazione marittima.


sabato 6 dicembre 2025 - 20:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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