''Lavoriamo insieme per salvare il Complesso dei Salesiani, il più antico del Mezzogiorno''. Inizia così l'appello alla mobilitazione per evitare che la città perda la struttura. Il prossimo Novembre si terrà l’asta per la vendita del Complesso dei Salesiani di Castellammare di Stabia con una base di partenza di 4,6 milioni di euro. "Ricordiamo che per volontà dell’allora Vescovo Vincenzo Maria Sarnelli e di Don Raffaele Starace i Salesiani cominciarono la loro opera a Castellammare di Stabia nel 1892. Si può quindi affermare che questa fu la prima Casa Salesiana del Mezzogiorno - si legge nella lettera firmata da Anpi Castellammare/Gragnano, Auser Castellammare Odv (Ass), Azione, Democratici e Progressisti, Fondazione Maria Fanelli ETS, Italia Viva, Idea Città (Ass), Radici Nuove (Ass), Sinistra Italiana, Sveglia.. Moci (Ass), Cgil, Cisl e Uil. "Il Complesso, che sorge su un’area del quartiere di Scanzano, a ridosso del Centro Antico, quartieri notoriamente ad alto rischio, con importanti problematiche sociali, va all'asta per un valore sicuramente sottostimato rispetto alle grandi potenzialità sia come struttura alberghiera che per le attività c
he si possono svolgere nelle aree attigue. Da sempre gli spazi all’aperto sono stati punto di riferimento per i ragazzi del quartiere per trascorrere, insieme ai tanti volontari, il tempo libero nei campetti di calcio, basket e pallavolo. Lanciamo quindi un appello alla città, alle forze sociali, ai Partiti, alle Associazioni, alla Chiesa, a mobilitarci tutti per salvare il Complesso dei Salesiani in modo da poter dare l’opportunità alle varie Associazioni di volontariato di continuare nell’opera di aggregazione dei giovani del quartiere e inoltre per la creazione di una struttura utile per il rapporto con l’Università e il mondo della ricerca per il rilancio del termalismo, tenendo conto anche della vicinorità del complesso al parco del Solaro. I Commissari Prefettizi potrebbero proporre alla Città Metropolitana e alla Regione una interazione per acquisire la struttura al patrimonio pubblico per poi poter ragionare con calma alle destinazioni d’uso, così come accennato, delle varie parti di cui si compone l’intero complesso. Quel bene non può essere svenduto e soprattutto va mantenuta la destinazione sociale. Castellammare non può permettersi di perdere un altro spazio" concludono.