L'inciviltà umana rischia di sgretolare sempre più il patrimonio culturale stabiese. "Ma non è colpa della politica" commenta il consigliere comunale Eduardo Melisse che ha inviato ai giornali queste foto. Quella che da sempre rappresenta l'allegra giornata di ferragosto ha recato in dote un disastro privo di ritegno. A far da teatro all'ennesima manifestazione di scarsa propensione alla cura del bene collettivo sono quei boschi di Quisisana neanche un mese fa ridotti ad essere una discarica a cielo aperto da un'imperiosa fila di buste di spazzatura. Dopo qualche settimana è mutata la struttura, non la sostanza: stavolta i rifiuti, anziché deposti in linea retta, sono stati disseminati alla rinfusa dando il là ad un'istantanea da brividi a dispetto della storia del lu
ogo. Gran parte dei visitatori che hanno preferito la frescura dei boschi alle spiagge, non si sono minimamente preoccupati di accumulare i propri rifiuti per poi smaltirli secondo legge preferendo un più rapido scarico abusivo. In fondo, avranno pensato, la possibilità di esser scoperti a Castellammare di Stabia rasenta pressappoco lo zero, dunque tanto vale rischiare tanto a chi importa del bene pubblico, della storia e del rilancio del turismo. Evidentemente per loro "Quisisana val bene una busta di rifiuti" all'indomani della manifestazione di dissenso che aveva visto i cittadini disseminare dopo giorni di mancata raccolta la spazzatura in via Bonito tra lo stupore dei più. E l'amministrazione comunale sta a guardare. In fondo è per tutti periodo di ferie.