E' uscito il 13 aprile l'ultimo lavoro musicale dell'artista stabiese Tony Maiello intitolato "Spettacolo". Dopo molti anni d'assenza dalle scene, Tony torna sul palco e lo fa con un vero e proprio "spettacolo" di 12 tracce. Molto lungo il percorso che l'ha portato dalla realizzazione del primo disco nel 2010, a seguito della vittoria a Sanremo per la categoria Nuove Proposte con il brano "Il linguaggio della resa", fino a questa ultima produzione. Durante questi anni le emozioni, idee e parole sono state filtrate attraverso la voce di grandi nomi come Renga, Pausini, Giorgia & Mengoni che hanno deciso di interpretare brani con la firma di un ragazzo giovanissimo di soli 29 anni partito da Castellammare molti anni fa con in tasca un sogno: diventare un cantante. Eppure Maiello ce l'ha fatta ed oggi tira le somme di questo lungo cammino: la tracklist si apre con il brano pop-dance "In Alto", un grido di liberazione dall’angoscia del quotidiano, dalla vita di tutti i giorni, un urlo di protesta verso il susseguirsi incessante degli eventi che troppe volte schiaccia l’io per farlo diventare un anaffettivo meccanismo produttivo. A seguire "Davvero", una ballad romantica, in pieno stile Maiello, dove si racconta la fortuna d'aver incontrato la propria amata, la gioia di aver trovato un'anima simile. L'amore nell'album trova sempre spazio, con un giusto equilibrio fungendo da contrappeso rispetto agli altri "scenari possibili". Non è mai troppo e nemmeno scontato, infatti il cantante riesce attraverso diversi brani a "fotografare" diverse facce dello stesso sentimento: "Possibile" è la ballad per antonomasia "made in italy", che racconta di un amore che non si può gestire perché non si può prevedere, l'altra ballad "Amy Lee" invece è il racconto di un sentimento che non potrà mai esistere, la pop-dance "L'amore che conosco", è un'esigenza d'amore concreto in un mondo prosciugato dal linguaggio virtuale. Ancora amore per il brano "In un battito", con un sound a tratti dance, che usa delle sonorità vintage, facendo emergere l'esigenza di un sentimento "più semplice" che non ostacoli l'assoluta esigenza di "libertà". Sicuramente tra i pezzi più interessanti c'è "Ti difenderò" nato per lanciare un messaggio contro l'omofobia, costruito su una ballad elettronica. E' un appello di solidarietà, più volte il cantante ripete proprio "Ti difenderò" volendo sottolineare che contro ogni avversità, odio e ferita ci sarà sempre una persona sulla quale poter contare. "Terremoto" è uno dei lavori pi&
ugrave; riusciti, un testo autobiografico, un "frame" di un momento difficile fatto di delusioni, paure, timori ed improvvisamente la scossa che ha frantumato il dolore per lasciare spazio ad una dissipazione d'energia capace di far emergere dalle pietre rotte del passato il fiore della speranza del presente. Contenuti nel lavoro anche due duetti interessanti, uno con Raige, noto rapper italiano, che come Maiello ha partecipato a Sanremo, ma nel 2017 in duetto con Giulia Luzi. Questa volta accanto a Tony interpreta "Giungla": un mix di dance e country, una commistione tra il pop "la la la" dello stabiese e la barra dell'artista di Torino, un canto di spensieratezza, la voglia di andare via da questa giungla, ovvero la città, una gabbia per due sognatori. La seconda collaborazione è tra Tony e la sua storica amica Giulia Penna in "Non mi fermerò", un "monito pop" per Maiello di ricadere negli errori e nel momento buio che ha preceduto la produzione di Spettacolo. E' proprio la trackname "Spettacolo" la più bella di tutte, un resoconto del contento distribuito negli altri pezzi, una canzone intima, delicata, pulita con un testo carico di lirismo e genuinità: più di altri dà l'impressione di essere un diretto riflesso della vita dell'autore, troppe volte vissuta dietro le quinte e che adesso ha l'esigenza di mostrarsi sul palcoscenico, ricevere gli applausi in proscenio e restare ad ammirare la consapevolezza del passato e la tenacia che guida il presente, affinché l'esistenza possa essere vissuta appieno prima che cali il sipario. Tony Maiello nel verso "se è vero che la vita è un palcoscenico/ io voglio vivere per lo spettacolo" sembra riprendere una celebre frase di William Shakespeare che definisce "tutto il mondo un palcoscenico". Non sarebbe la prima volta che Maiello trovi ispirazione in Shakespeare, in quanto già in un brano di diversi anni fa intitolato "Sono un sognatore" riproponeva i versi meravigliosi di Romeo & Giulietta. Nel complesso l'album è buono, non ha molti brani che fungono da intercapedine o meglio ancora da toppa, in quanto c'è una consistenza di fondo sia nei contenuti che nella sonorità. Emerge più che in altri lavori di Maiello la sua sensibilità ed esigenza di comunicare le emozioni e soprattutto le sue fragilità che lo rendono umano come si evince da innumerevoli immagini intimiste che appaiono nei testi. Tutta la produzione è stata curata non solo da Maiello stesso ma anche da Kikko Palmosi, Davide Simonetta, Lorenzo Vizzini, Sabatino Salvati, Micheal Tenisci e Marco Rettani.