Il pentito Salvatore Belviso lascia il carcere e va agli arresti domiciliari. L'esponente del clan D'Alessandro, che ha preso parte all'omicidio del consigliere comunale Gino Tommasino, era in carcere da 13 anni ma ora, grazie alla sua collaborazione con la giustizia, ha ottenuto quantomeno i domiciliari in una località segreta. A renderlo noto sono stati gli avvocati nel corso dell'udienza nel processo Tsunami dove si attende, a giorni, la sua deposizione. Come raccontato da Metropolis in edicola quest'oggi, Belviso sconterà il resto della sua condanna ai domiciliari anche se non è stata resa nota la località per ovvi motivi di sicurezza. Sicuramente non sarà a Castellammare viste le sue dichiarazioni che hanno
permesso alla magistratura di iniziare una vera e propria guerra con il clan di Scanzano.
Le sue deposizioni hanno permesso agli inquirenti di realizzare inchieste di primissimo ordine come Cerbero e soprattutto Olimpo che ha evidenziato i legami fra il mondo dell'imprenditoria e quella della criminalità organizzata. Il ruolo di Belviso nel clan D'Alessandro non era marginale: ha partecipato attivamente ai delitti Tommasino e Vuolo ed ha condotto estorsioni sparse sul territorio stabiese. Ha deciso di collaborare con la giustizia dopo essere stato arrestato per l'omicidio Tommasino in compagnia di Renato Cavaliere e Raffaele Belviso (anche loro pentiti) e Catello Romano (l'unico rimasto fedele alla cupola di Scanzano).