Dalla chiusura al degrado. Per l’Acqua della Madonna vige ancora il divieto alla mescita. E dai social spuntano le foto dell’incuria che attraversa l’intera area da cui sgorga la storica acqua stabiese. Risale a circa due mesi fa la scoperta di un gas inerte radioattivo con livello superiori al limite consentito nell’Acqua della Madonna. Sin dal primo momento è partita la caccia alle possibili fonti d’inquinamento da radon per la storica acqua minerale stabiese. Il radon, d’altra parte, è un gas che solitamente è presente “nel terreno, nei materiali di costruzione in tufo e nelle acque sotterranee”. Ma cosa abbia generato questa fonte di contaminazione non è ancora chiaro, tenendo conto anche delle analisi effettuate un anno e mezzo fa che avevano invece evi
denziato la presenza di un metallo pesante, il nichel, oltre la soglia massima concessa dai parametri normativi. In un primo momento all’epoca si era anche ipotizzata l’eventualità di scarichi alla sorgente, rispetto ai quali era stata avviata un’indagine per verificare se ci fossero reati ambientali in atto. Poi erano emersi anche i livelli notevoli di corrosione delle tubature, sostituite con i nuovi tubi in Pead (polietilene ad alta densità) per eliminare tutte le scorie e le presenze “esogene” lungo il flusso dell’acqua verso i punti di mescita. Uno scenario che si trascina ormai da un anno e mezzo, a seguito delle analisi che di volta in volta riservano sorprese tutt’altro che gradite per la popolazione stabiese, che da troppo tempo non può assaporare la sua acqua.