Cronaca

Castellammare - Appalti pubblici e privati, la DDA accelera nell'inchiesta sul rapporto tra camorra e colletti bianchi

Le dichiarazioni dei pentiti sempre più imporanti per scoperchiare il ''sistema stabiese''.

di sr


Va avanti l’inchiesta della DDA di Napoli sul rapporto tra camorra e colletti bianchi a Castellammare di Stabia. Rapporti che, anche secondo quanto riferito in più occasioni da alcuni pentiti, si sarebbero basasti soprattutto sugli appalti pubblici affidati in città. Per questo, tremano in molti nella città delle acque, dai politici ai dipendenti comunali. Si, perché proprio i pentiti avrebbero raccontato di questi intrecci tra le cosche camorristiche locali e chi gestiva (e gestisce) gli affidamenti.

Sono stati anche due collaboratori di giustizia a parlare dell'interesse del clan di Scanzano ad entrare negli appalti pubblici. Su tutti, il pentito storico Antonio Fontana (alias o 'fasano) ucciso nel 2017 ad Agerola all'esterno di una pizzeria. Al momento sono ancora ignoti i mandanti e gli esecutori del suo omicidio, ma per gli inquirenti è chiaro che tutto sia maturato nell'ambito degli ambienti criminali cittadini. Fontana, in una dichiarazione resa all'Antimafia poco prima della sua scarcerazione, aveva evidenziato proprio questi rapporti "oscuri" tra la cosca scanzanese e i cosiddetti "colletti bianchi" di Castellammare. "Il clan interveniva su pubblici funzionari - è quanto emerge dai verbali della deposizione di o'fasano - per indirizzare l'aggiudicazione degli appalti. Non so chi siano però i funzionari minacciati o corrotti". Dichiarazioni che, seppur non entrano direttamente nei dettagli, fanno riferimento a "generiche amicizie con persone del Comune di Castellammare, da parte di esponenti di spicco del clan D'Alessandro".

/>Del resto, che in città sia in atto da tempo una sorta di connubio tra camorra e colletti bianchi lo ha riferito anche Renato Cavaliere (alias zi ' Renato), killer pentito della cosca di Scarzano accusato di far parte del commando che, nel febbraio 2009, uccise il consigliere comunale del Pd Gino Tommasino al viale Europa. Cavaliere ha accusato diversi imprenditori di essere collusi con la camorra, soprattutto per l'affare parcheggi. E nel 2004 anche un altro collaboratore di giustizia, Vincenzo Procida ritenuto affiliato al clan Cesarano, parlò di ipotetici collegamenti tra la camorra stabiese e dipendenti comunali. Procida morì qualche anno dopo in un incidente stradale misterioso. Adesso sono almeno altri due i maxi - appalti pubblici finiti sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati antimafia: in particolare, i lavori della villa comunale, conclusi soltanto l'anno scorso dopo vari stop.

Ma ancora, la Dda vuole scavare a fondo anche sul restyling di corso Alcide De Gasperi e di alcuni edifici scolastici cittadini. E le indagini della Dda potrebbero avere un'accelerata importante, dopo l'arresto di un imprenditore 25enne stabiese (avvenuto ad agosto) accusato di tentata estorsione nei confronti del titolare di una ditta edile di Cardito.

Ma non solo. Emergerebbe addirittura una sorta di “pizzo” sulle ristrutturazioni edilizie delle abitazioni di privati cittadini. Un obolo che si sarebbero spartiti camorra e colletti bianchi. Insomma, si tratta di un’inchiesta che sta spaziando a 360 gradi sul mondo degli appalti pubblici e privati.


domenica 9 settembre 2018 - 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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