Scanzano, zona collinare, centro città e periferia sud sotto il controllo dei D'Alessandro; Cmi, Ponte Persica e tutta la periferia nord, oltre che la città di Pompei, in mano ai Cesarano. I due grandi clan di Castellammare di Stabia, dopo gli anni di piombo, si sono divisi il territorio stabiese per svolgere in totale tranquillità i propri affari. Confini che sono stati sanciti da una serie di accordi fra i principali esponenti delle cosche e ricostruiti all'interno della maxi inchiesta Tsunami che punta a decapitare il clan D'Alessandro. Secondo quanto ricostruito, nel momento in cui Vincenzo D'Alessandro, al momento in libertà, ha assunto le redini della cosca, ha provato a mantenere i legami con i clan vicini per non dare inizio a sanguinose faide.
Ed è così che con i Cesarano sono state deposte le armi mentre sono stati rinsaldati i legami specialmente con i Gionta di Torre Annunziata e i Di Martino di Gragnano. Nel primo caso, la collaborazione fra le cosche è stata possibile grazie alle diverse visite che Renato Cavaliere, attualmente collaboratore di giustizia, ha svolto a Palazzo Fienga dalla moglie di Valentino Gionta, Gemma Donnarumma. Le due associazioni criminali gestivano il mercato delle sostanze stupefacenti. In particolare, il Cavaliere spesso ha ringraziato lady Gionta per il rispetto che gli affiliati torresi hanno avuto nei suoi confronti durante la detenzione in virtù dei legami
stabiliti dal defunto capo clan Michele D'Alessandro.
Discorso diverso con i Di Martino di Gragnano. La famiglia operante nei Monti Lattari è la prima produttrice di marijuana del comprensorio e grazie all'accordo con i D'Alessandro riesce a rivendere la sostanza nelle piazze di spaccio stabiesi. Dall'inchiesta Tsunami è emerso che Vincenzo D'Alessandro volesse mantenere ottimi i rapporti con i Di Martino per avere un alleato importante in montagna e per seguire le orme di suo padre che aveva lavorato per giungere agli accordi. Oggi il rapporto è stato rinsaldato dal matrimonio della figlia di Paolo Carolei, con un passato nei Cesarano prima di giungere a Scanzano, e uno dei figli di Leonardo Di Martino, o' lione.
Nel corso degli anni, tuttavia, non sono mancati i summit di camorra alla presenza dei pincipali capi clan del territorio. E' quello che accade anche nel lontano 2008 quando la pace raggiunta fra le associazioni criminali permise di perpetrare un'estorsione ai danni di una ditta di Acerra che doveva compiere dei lavori di metanizzazione sul territorio. D'Alessandro, Cesarano, Di Martino, Afeltra ma anche gli Esposito di Santa Maria la Carità: tutti furono coinvolti per mettere le mani sul maxi appalto che interessava il comprensorio stabiese. Tutto ciò a testimonianza di come la camorra, già dieci anni fa, non punti più alla guerra ma alla collaborazione pur di aumentare i propri profitti.