Le scosse nei Campi Flegrei continuano a far tremare la terra e, con esse, cresce la preoccupazione per la sicurezza degli edifici pubblici e privati. Castellammare di Stabia, come molte città dell’area vesuviana, si trova a fare i conti con una realtà che non può essere ignorata: quanto sono sicure le strutture in caso di un evento sismico più forte? Negli anni, la città ha già vissuto episodi di cedimenti strutturali. Crolli di calcinacci, distacchi di intonaco e interventi di messa in sicurezza sono stati più volte necessari, soprattutto nel centro storico, dove gli edifici, molti dei quali risalenti a epoche passate, presentano vulnerabilità che richiedono un’attenzione costante. E proprio questa zona della città torna sotto la lente d’ingrandimento: una rete di costruzioni antiche, in parte restaurate e in parte rimaste in condizioni precarie, per le quali da decenni si discute del rischio che possano risultare esposte a situazioni complesse. Ma il tema della sicurezza sismica non riguarda solo i palazzi storici. Anche le scuole e gli edifici pubblici sono stati sempre al centro di un percorso di monitoraggio e intervento. Nel corso degli anni, il Comune ha intercettato fondi per la messa in sicurezza delle strutture più sensibili, con particolare attenzione agli istituti scolastici. Se per gli edifici pubblici sono stati previsti fondi specifici, per quelli privati il discorso è più complesso. Negli anni scorsi si è parlato molto del Sisma Bonus, l’incentivo statale che permette di realizzare lavori di adeguamento strutturale con agevolazioni fiscali. Tuttavia, l’adesione a questa misura è stata disomogenea: mentre alcuni condomini e proprietari hanno colto l’opportunità, altri hanno preferito rimandare per via dei costi, del
le lungaggini burocratiche o della difficoltà di coordinare lavori su edifici di proprietà frazionata. Il rischio sismico in un’area come quella stabiese non è un’ipotesi remota, ma una realtà da affrontare con una strategia a lungo termine. Le scosse registrate nei Campi Flegrei negli ultimi mesi hanno riportato il tema sotto i riflettori, ponendo l’attenzione non solo sulla tenuta degli edifici, ma anche sulla gestione del rischio e sulla necessità di piani di prevenzione più incisivi. La sicurezza sismica si intreccia inevitabilmente con la gestione del territorio e la manutenzione del patrimonio edilizio. Se le scuole e gli edifici pubblici rientrano in un piano strutturato di interventi, per il centro storico il problema è più articolato. Qui, le criticità riguardano non solo le condizioni degli immobili, ma anche la necessità di conciliare sicurezza e tutela architettonica. Le abitazioni antiche, spesso di proprietà di più nuclei familiari, rendono gli interventi più complessi e meno immediati rispetto alle strutture di più recente costruzione. In una città che convive con il rischio sismico, la prevenzione è l’unica strada possibile. Le verifiche sugli edifici, il consolidamento delle strutture più fragili e l’utilizzo degli incentivi statali sono strumenti fondamentali per ridurre al minimo i rischi. Ma serve anche una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini, affinché la sicurezza non sia vista come un obbligo, ma come un investimento per il futuro. Castellammare si trova davanti a una sfida che riguarda il suo presente e il suo domani. Il dibattito sulla sicurezza sismica è più che mai aperto e la domanda resta la stessa: si può fare di più per proteggere la città?