Premesso che tutti noi dell'Unitre siamo solidali con i lavoratori della Fincantieri e con l'indotto desiderando tanto che il nostro cantiere ritorni a risplendere come negli anni 60-70 quando i dipendenti superavano le 3000 unità (solo nel reparto falegnameria erano oltre mille) e che le commesse riprendono a fluire copiose, facciamo un appello a tutti i politici di C/mare, senza distinzione di colore, affinché si muovono nella direzione giusta. Proprio oggi è scritto sui giornali che la Campania è la regione più povera d'Italia e C/mare è uno dei Comuni più poveri della Campania. Mancando il lavoro alla Fincantieri e di conseguenza all'indotto, cosa rimane a C/mare? Cosa accadrà per i cittadini, per la vita in città se quest'ultimo pezzo di storia di C/mare finisce? Il lavoro è una delle leggi universale della natura. La vita dell'uomo è in gran parte una vita di lavoro ed ogni uomo degno di essere chiamato tale, deve svolgere un lavoro. Senza lavoro si perde il rispetto sociale, l'onoratezza, la responsabilità ed il lavoro nella società moderna è l'unico dispensatore dei veri titoli di nobiltà.
Ora mi rimane l'obbligo di far capire ai cittadini stabiesi quando è iniziata la crisi. La crisi non è di oggi!!! Ma è incominciata negli anni 70. Ero con la Tirrenia a seguire le costruzioni delle navi tipo "Poeta" quando un bel giorno l'allora Amministratore delegato dei Cantieri Navali, Fanfani (fratello di Amintore 1° ministro), decise di spostare la direzione tecnica da C/mare a Trieste. Iniziò quel giorno la fine del nostro cantiere.......
Tra i dipendenti uno solo alzò la voce : un certo Massa, detto Massetiello, il quale mi fece scrivere in quel periodo un articolo sull'Unità. Niente dissero i Sindacati perché in quei tempi, come d'altronde adesso, erano spaccati fra di loro e molti sostenevano che la direzione tecnica a Trieste avrebbe portato vantaggi a C/mare.
Poco tempo dopo, sempre c
on l'avallo sindacale, furono demoliti due dei tre scali e mentre prima avevamo lavoro su tre scali contemporaneamente, con almeno due navi già varate in allestimento vicino alla banchina, oggi, fino ad ieri, abbiamo una nave sullo scalo ed una in allestimento. Prima, tutti gli operai che a mattino marcavano la cartella erano iscritti nel libro paga dei Cantieri, oggi, e specialmente dopo la legge Biagi, fortemente voluta da chi?,indovinatelo!!!!, gli operai del Cantiere si sono ridotti all'osso. Attualmente mi sembra che sono meno di 300. Gli altri vengono dall'indotto. Le maestranze di C/mare venivano elogiate nel mondo. Ne ho sentito parlare negli Stati Uniti, in Giappone, in Olanda ecc. Oggi non vengono più considerate perché? Perché di volta in volta cambiano: le ditte appaltatrici non possono mandare sempre gli stessi operai.
Mi arrabbio quando leggo che a C/mare ci sarà paralisi della Fincantieri fino al 2011. Perché questo non avviene nei cantieri di Monfalcone? Perché non avviene nei cantieri olandesi dove non esiste un cantiere navale senza lavoro?
Chiedo a tutti coloro che si interessano delle sorti del nostro cantiere di battersi affinché per il Cantiere di C/mare venga ripristinato l'Ufficio Tecnico. E' inammissibile che alla fine della costruzione le note di osservazioni superano le 5000 nonostante che la comunicazione con l'Ufficio Tecnico di Trieste avvenga in tempo reale.
Monfalcone ha molte commesse, perché qualcuna non viene spostata a C/mare? Facciamo parte tutti della Fincantieri o i canteri del nord fanno parte di un'altra industria?
Allora è vero che la società è composta di due grandi categorie: quelli che hanno più pranzi che appetito, e quelli che hanno più appetito che pranzi.
Antonio Orazzo
Presidente Unitre
Sezione C.Mare di Stabia