“In palese violazione della legge Madia, che impone il ricorso a un concorso pubblico per occupare la carica di direttore generale di una società a totale gestione pubblica, apprendiamo che sarebbe pronto un autentico colpo di mano in capo all’Eav, con la sostituzione del dimissionario direttore generale con il presidente del Cda Umberto De Gregorio. Con quest’ultimo che occuperebbe ad interim la doppia poltrona, optando, per sua stessa ammissione in un’intervista al quotidiano La Repubblica, per lo stipendio più alto. Una paga oltre tre volte superiore a quella attuale. Il tutto con la complicità di De Luca che ha chiesto l’avallo del dipartimento della Funzione Pubblica, per individuare un espediente che gli consenta di bypassare la legge e “premiare” il commercialista De Gregorio che lo ha sostenuto non poco nella sua corsa alla poltrona di governatore”. Così il capogruppo in Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello.
“In una stagione nella quale aumentano i disservizi, a seguito di turnazioni e cattiva gestione delle ferie che si uniscono a un’atavica disorganizzazione e a un cronoprogramma al rallentatore sul revamping dei treni, il numero uno di Eav si preoccupa di incrementare il suo potere e il conto in banca, piuttosto che affrontare la questione dei ritardi e dei treni soppressi. Con viaggi da Odissea di pendolari stipati come sardine, malori per il cald
o in aumento e i disagi e le istanze che puntualmente raccogliamo dai tanti lavoratori Eav. Nei prossimi giorni presenteremo un’interrogazione alla giunta nella quale chiederemo se è vero che è in atto questo ennesimo tentativo da parte della Regione di violare una legge dello Stato per regalare doppio incarico e stipendio triplo al presidente di Eav e se sia a conoscenza delle ragioni che hanno portato alle dimissioni del dg di Eav ad appena un anno dal suo incarico”.
La pensa allo stesso modo il sindacato O.R.S.A., secondo cui il nuovo direttore generale dovrà essere scelto «con un concorso pubblico in cui titoli ed esperienza dovrebbero essere l’unico metro di selezione».Quindi l'attacco: «Ci sfuggono le motivazioni del Direttore Generale di EAV, ma sicuramente le sue dimissioni, dopo solo un anno d’incarico, sono un atto forte e le sue origini non possono che esserlo altrettanto. Le spiegazioni, che si intravedono tra le righe degli articoli giornalistici, sono, ad essere moderati, altrettanto forti, ma per illogicità e incoerenza. Ingenuamente avevamo creduto che, in discontinuità col passato, l'EAV avesse un Direttore Generale che potesse finalmente operare senza pressioni e condizionamenti della politica. A giudicare dagli ultimi avvenimenti non possiamo che constatare che la politica invece, in totale continuità col passato, condiziona ancora le aziende pubbliche».