Brevi
Breve storia del gioco dei dadi nelle epoche
La storia del gioco dei dadi è antichissima e le sue radici affondano profondamente nel tempo. Occorre infatti tornare indietro di molti millenni per trovarne le prime, seppur embrionali, tracce. Le ipotesi sull’origine della loro invenzione sono molte e tra le più accreditate c’è quella riguardante il grande drammaturgo greco Sofocle. Quest’ultimo riteneva che la nascita dei dadi fosse da attribuire a Palmede, valoroso condottiero che si rese protagonista della guerra di Troia. Così come sono molto suggestive le teorie di Erodoto: il padre della storiografia occidentale attribuiva l’invenzione del gioco dei dadi ai popoli della Lidia. Ci sono numerosi reperti archeologici che, in realtà, hanno confermato come la pratica fosse comune già presso altri popoli antichi come ad esempio i Maya e gli Aztechi o gli abitanti delle isole polinesiane ma anche gli Eschimesi.
La predizione del futuro e l’astragalomanzia
Inizialmente non si trattava di dadi veri e propri, come siamo abituati a vederli oggi: erano infatti
astragali, aventi forma cuboide con quattro facce ben evidenti. Nel corso del tempo, i dadi sono stati impiegati anche per portare avanti
pratiche di divinazione del futuro: si era soliti ricavare la risposta a quesiti e interrogativi sull’avvenire sia lanciando i dadi che - peraltro - interpretando gli astri nel cielo o il volo degli uccelli. L’
astragalomanzia, appunto dal termine ‘astragalo’ ovvero le ossa cuboidi che si trovano nelle caviglie delle pecore, traeva origine dal
risultato ottenuto con il lancio dei dadi. La predizione era del tipo a risposta secca: il totale realizzato con ciascun lancio era poi da interpretare e cercare in una lista preparata a monte e contenente diverse sentenze.
Sarà inoltre importante sottolineare come i reperti connessi con questo momento ludico siano stati rinvenuti anche nell’
area etrusca. Un’anfora funeraria che raffigura gli eroi Achille e Aiace intenti a giocare a dadi è stata per esempio trovata a
Vulci. Mentre a
Volterra sono conservati altri reperti interessanti, ovvero dadi con i numeri da 1 a 6 sulle facce. Sono gli
antenati dei giochi moderni, come ad esempio il
craps online ovvero una tra le più conosciute varianti del classico passatempo con i dadi. Inizialmente praticato soltanto sui tavoli verdi dei casinò tradizionali, adesso con l'avvento di internet il craps è diventato disponibile anche via web sulle piattaforme autorizzate e dedicate. Le regole e le strategie da mettere a fuoco sono molte, vale la pena approfondirle consultando il
aps/" target="_blank">glossario per craps online. Fu soprattutto tra i Romani che i dadi vennero utilizzati per il gioco d’azzardo ed erano strettamente legati a un particolare periodo dell’anno ovvero quello dei Saturnalia (giorni in cui a Roma il gioco era appunto permesso).
L’avvento del gioco d’azzardo e come ha avuto inizio
Con il trascorrere delle epoche il gioco d’azzardo si è sempre più diffuso a livello globale, conoscendo un vero e proprio
exploit nel Seicento e nel Settecento. In questi periodi storici, quello dei dadi è stato un gioco molto popolare ma anche oggetto il più delle volte di una stretta
sorveglianza da parte dell’autorità (o addirittura proibito). Questo perché offriva la possibilità di fare imbrogli e mettere in pratica trucchi relativamente al risultato dei lanci. C’è stato un tempo in cui
si giocava con tre dadi, i quali erano in grado di offrire 316 combinazioni differenti. Poi con il passare del tempo le regole hanno subito un aggiornamento e si è iniziato a giocare utilizzando
soltanto due dadi (le combinazioni possibili passano così a 36). Il lancio dei dadi avviene con l’ausilio di un apposito
bussolotto - detto bossolo - e fioriscono molti metodi di gioco. Quello divenuto ben presto più popolare prevede che il vincitore sia chi, sommando i punteggi delle facce superiori dei dadi,
ottiene il più alto punteggio. E’ il 7 il numero con la più alta probabilità di combinarsi ed ecco le probabilità: 1 e 6; 2 e 5; 3 e 4; 4 e 3; 5 e 2; 6 e 1.
Dadi moderni e poliedrici per i giochi di ruolo
Abbiamo accennato ai primi dadi con sei facce, vediamo di scoprire adesso qualcosa in più in merito ai
dadi poliedrici che sono utilizzati soprattutto per prendere parte ai giochi di ruolo. Contrariamente a quanto si pensa, non stiamo parlando di un’invenzione recente: alcuni di questi dadi speciali sono stati infatti rinvenuti in alcune tombe reali della bassa
Mesopotamia (3000 aC), così come testimonianze di dati poliedrici sono state scoperte anche per quanto concerne l’
età tolemaica (sono conservate a New York). Dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso, questi dadi hanno conosciuto una popolarità assoluta per via del
gioco di ruolo Dungeons & Dragons che li impiega in prima linea. Stiamo parlando di un passatempo ancora fortemente amato in tutto il mondo, sia da schiere di nostalgici che da novelli giocatori.
venerdì 25 febbraio 2022
- 13:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA